Il banchiere fantasma che preoccupa Boschi: “Tengo il telefono spento”

di ANDREA GRECO

MILANO – “Vista la giornata, e i frequenti appuntamenti, tengo il telefono spento. Comunque non darò interviste sulla vicenda, solo no comment”. Federico Ghizzoni, il banchiere più ricercato d’Italia, ha scritto un sms a un conoscente martedì, poi è scomparso. Il giorno in cui il chiacchiericcio sulle poche righe del libro Poteri forti (o quasi) circa la “richiesta diretta di Maria Elena Boschi di valutare la possibile acquisizione di Banca Etruria da parte di Unicredit nel 2015″ è salito, l’ex amministratore delegato della più grande banca italiana era fuori Milano, città dove ormai vive, in trasferta di lavoro.

Si dice fosse a Zurigo, a incontrare qualche cliente della sua spessa agenda di banchiere commerciale che ha girato l’Europa per vent’anni fino al 2010. Chi lo conosce meglio – i compaesani piacentini – sa che il figlio del latinista Flaminio Ghizzoni è uomo all’antica, che parla poco e a misura. Se può, non parla proprio. Con de Bortoli, che ha solo aggiunto di avere “ottime fonti” sull’episodio, probabilmente ci ha parlato: ma mesi fa, ai tempi della stesura delle sue memorie di giornalista. Sembra non abbia parlato neanche a lui questa settimana: il banchiere piacentino si è fatto volpe ed è rimasto nel bosco fitto. Per questo nei bar del centro di Piacenza scommettono dieci caffè che “in questi giorni sarà impossibile strappargli una sola parola”, a Ghizzoni, e “se ne starà accucciato fin che potrà”, non amando di suo riflettori e polemiche.

Anzi, per evitare tentazioni ed esternazioni forse a Zurigo, o in qualche bosco dell’altrove, Ghizzoni c’è rimasto, avendo capito che l’episodio riferito dall’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore lo aveva reso in un amen l’ariete per deporre Maria Elena Boschi, icona del potere renziano già indebolita dal no al referendum costituzionale e dagli iniziali assalti sulle connection familiari e politiche con Banca Etruria. Così il signor non-parla-ma-se-parla, da martedì nessuno l’ha più visto nell’ufficio di Milano, dove sta aprendo la società di consulenza finanziaria in compartecipazione con la moglie Monica. Nessuno a Scrivellano, frazione di frazione sulle colline chic della Val Trebbia in mezzo ai vigneti e alle stradine, dov’era la moglie. Forse ci tornerà per il fine settimana, per una passeggiata al Castello dei Romani, o a quello di Rivalta.

Quando il Majorana dei banchieri tornerà, dovrà arginare le pressioni e le richieste di confermare la versione di de Bortoli – che per ora si è limitato a non smentire – per cui a inizio 2015 la Boschi agì in conflitto di interesse, chiedendo a un banchiere come lui seduto su 844 miliardi di euro di attivo di risolvere i guai creati dai piccoli banchieri aretini, avviati verso la liquidazione. Incontri ce ne furono, anche se in ogni caso Unicredit non comprò l’Etruria, commissariata e liquidata nel corso del 2015. L’attuale sottosegretaria ha negato ogni condotta impropria e annunciato querele. Sarà interessante vedere se poi querelerà davvero, spingendo Ghizzoni e de Bortoli a parlare per difendersi.

Comunque è una grana, anche personale. Perché, al di là della noia per i palcoscenici (tranne quello della Scala, dove dal 2011 presiede la Filarmonica) capita proprio mentre l’uomo silente di Piacenza, a 61 anni, ha abbracciato nuove strade professionali. Subire il disarcionamento da un drago come Unicredit è una botta di adrenalina al contrario: ne seppe qualcosa nel 2010 il suo predecessore Alessandro Profumo. Ma Ghizzoni non è tipo da ambire rivalse, né è mosso dal bisogno, dopo i 10 milioni di buonuscita ricevuti da Unicredit nove mesi fa. Conta invece l’etica del fare contadina, frutto della gioventù a I Vaccari, dintorni di Piacenza dove il papà aveva un’azienda agricola.

Lo scorso settembre Ghizzoni raccontò di avere “diverse offerte”; e dopo le ferie è tornato a macinare chilometri e incarichi. La società di gestione Clessidra, dei Pesenti che lo hanno voluto vice presidente esecutivo (e consigliere in Icbpi, che controlla il marchio CartaSi). Le mense Pellegrini come membro del cda, e così Alitalia dove Unicredit ha perso crediti per mezzo miliardo. Infine, dopo quattro mesi di trattative alle battute finali, un prossimo ruolo di senior advisor per Rothschild, la storica banca d’affari. Esperienze nuove in cui si è tuffato, e argomenti in più per far valere la riservatezza del buon banchiere.

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