Papa Francesco a Fatima, sono santi i pastorelli Francisco e Giacinta
dal nostro inviato PAOLO RODARI
FATIMA – Davanti a oltre mezzo milione di persone e subito dopo aver incontrato in forma privata il primo ministro del Portogallo, Antonio Luis Santos da Costa, Papa Francesco ha canonizzato questa mattina Giacinta e Francisco Marto, i due pastorelli che dal 13 maggio 1917, esattamente cento anni fa, ebbero visioni della Vergine, riconosciute dalla Chiesa come fenomeno soprannaturale già nel 1930. Sono i primi bambini non martiri dell’intera storia della Chiesa a essere proclamati santi.
Francesco ha ricordato cosa accadde “in quel benedetto giorno di cento anni fa”. La Vergine “presagendo e avvertendoci sul rischio dell’inferno a cui conduce una vita – spesso proposta e imposta – senza Dio e che profana Dio nelle sue creature, è venuta a ricordarci la Luce di Dio che dimora in noi e ci copre”. Fatima, infatti, “è soprattutto questo manto di Luce che ci copre, qui come in qualsiasi altro luogo della terra”.
Francesco ha ricordato “tutti i miei fratelli nel Battesimo e in umanità”, in particolare “i malati e i disabili, i detenuti e i disoccupati, i poveri e gli abbandonati”. “Carissimi fratelli – ha detto -, preghiamo Dio con la speranza che ci ascoltino gli uomini; e rivolgiamoci agli uomini con la certezza che ci soccorre Dio”.
“Nel chiedere ed esigere da ciascuno di noi l’adempimento dei doveri del proprio stato, il cielo mette in moto qui una vera e propria mobilitazione generale contro questa indifferenza che ci raggela il cuore e aggrava la nostra miopia. Non vogliamo essere una speranza abortita! La vita può sopravvivere solo grazie alla generosità di un’altra vita”, ha detto ancora Papa Bergoglio.
Giacinta e Francesco Marto avevano appena nove e dieci anni quando, insieme alla cugina Lucia dos Santos, dissero di aver visto la Madre di Dio. Sostennero poi che ella apparve loro ogni 13 del mese fino all’ottobre dello stesso 1917. Quel 13 maggio era per i bambini un giorno come tanti altri. Avevano portato le pecore in un campo chiamato Cova da Iria, di proprietà della famiglia di Lucia e, come al solito giocavano.
Cosa avvenne lo racconterà tempo dopo Lucia nelle sue memorie: “Vedemmo all’improvviso qualcosa come un lampo. ‘È meglio che ce ne andiamo a casa’, dissi ai miei cugini ‘perché sta lampeggiando, potrebbe venire un temporale’. E cominciammo a scendere il pendio, spingendo le pecore verso la strada. Arrivati all’incirca a metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che c’era lì, vedemmo un altro lampo e, fatti alcuni passi più avanti, vedemmo sopra un’elce una signora, era vestita di bianco e diffondeva una luce più chiara del sole… Sorpresi, ci fermammo. Eravamo così vicini che ci trovavamo dentro alla luce che la circondava o che lei diffondeva. Forse a un metro e mezzo, più o meno, di distanza. Allora quella signora ci disse: ‘Non abbiate paura. Io non voglio farvi del male’. ‘Di dove siete?’, le domandai. ‘Sono del cielo’. ‘E che cosa volete?’. ‘Sono venuta a chiedervi che veniate qui sei mesi di fila, il giorno 13 a questa stessa ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Tornerò qui ancora una settima volta’. ‘E anch’io andrò in cielo?’. ‘Sì. Ci andrai’. ‘E Giacinta?’. ‘Sì. Ci andrà anche lei’. ‘E Francesco?’. ‘Pure’. Poi ci disse di recitare il rosario tutti i giorni e che avremmo avuto molto da soffrire, ma che la grazia di Dio sarebbe stata il nostro conforto”.
Francesco morì colpito dalla febbre spagnola il 4 aprile 1919. Giacinta il 20 febbraio 1920, sola in un ospedale di Lisbona. Mentre Lucia si fece suora dorotea e morì nel 2005. La fama di santità dei due pastorelli di diffuse da subito in tutto il Portogallo. A Lucia venne chiesto di scrivere tutto quello che ricordava delle apparizioni. La prima memoria venne finita nel Natale del 1935. Successivamente le chiesero di scrivere anche i suoi ricordi su Francesco e sui fatti avvenuti a Fatima. Furono queste memorie la base per la causa di canonizzazione che si aprì nella diocesi di Leiria nel 1952. Nel 1989 la causa venne portata a conclusione con il decreto sulla pratica delle virtù in considerazione dell’età dei due bambini. L’ostacolo riguardava la possibilità o meno di prendere in considerazione dei fanciulli come candidati alla canonizzazione. Ma venne superato nel 1981 con un documento ad hoc della Congregazione delle cause dei santi.
Il miracolo attribuito alla intercessione dei due bambini che consentì la loro beatificazione venne riconosciuto nel 1999. Quello che aprì la strada alla canonizzazione venne invece promulgato il 23 marzo scorso. È accaduto nella diocesi brasiliana di Campo Mourao, in Paranà il 3 marzo del 2013 e riguarda un bambino, Lucas Maeda de Oliveira, che all’epoca del fatto aveva quasi 6 anni. Il bambino cadde dalla finestra da un’altezza di circa sei metri e mezzo riportando un gravissimo trauma cranio-encefalico con perdita di materia cerebrale. Portato in ospedale in stato di coma, con prognosi nefasta, fu sottoposto ad intervento chirurgico, seppure in una struttura sanitaria inadeguata per la cura di lesioni traumatiche così gravi e dove rimase in un quadro di particolare gravità clinica con elevato rischio di morte, o di stato vegetativo permanente o di gravi deficit neurologici e cognitivi, nella migliore delle ipotesi. Dopo solo alcuni giorni, invece, il bambino venne dimesso con rapidissima e completa guarigione, in assenza di terapie specifiche, con deambulazione autonoma e senza nessun esito di danni neurologici e cognitivi.
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