Un vaccino per il Paese
Milano, 13 maggio 2017 – In quale paese viviamo? Quale paese vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti? Abbiamo scelto di vivere senza regole perché è la soluzione più comoda per arrangiarsi? Ma come può crescere un #paesedeibalocchi dove l’illusione nasconde la realtà? La questione dei vaccini è fantastica. È (sarebbe) obbligatorio vaccinare gratuitamente i bambini entro il primo anno di vita contro il pericolo di tetano,difterite, poliomielite ed epatite B. Ma da trent’anni i genitori possono iscrivere i bambini a scuola con una semplice autocertificazione la cui mancanza «non comporta il rifiuto di ammissione». L’Italia è l’unico paese in cui l’obbligo non è obbligatorio. In cui bisogna scrivere «È severamente vietato» perché «è vietato» non basta. Inutile dire che il numero di vaccinazioni per queste quattro patologie è sceso sotto la soglia di sicurezza dal 2014, quando i siti internet hanno cominciato a terrorizzare i genitori sugli esiti infausti delle vaccinazioni.
Il web in ogni forma è più credibile di una autorità sanitaria, di uno specialista, di un medico di base. Si aggiunga che la vaccinazione di base da quadrivalente è diventata esavalente: si aggiungono quelle per la pertosse e l’emofilo che proteggono da polmoniti e meningiti. La vaccinazione per ora non obbligatoria ma raccomandata è quella contro morbillo, parotite e rosolia. Qui siamo dieci punti sotto la soglia di sicurezza. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha contato nell’ultimo anno in Italia quasi 1.400 casi di contagio da morbillo: solo la Romania in Europa ha fatto peggio. Il ministro della Salute Lorenzin propone di trasformare in obbligatorie le vaccinazioni raccomandate, valutandole periodicamente sulla base di dati epidemiologici e condizionando l’ammissione dei bambini negli asili o a scuola all’accertamento delle vaccinazioni. Il ministro dell’Istruzione Fedeli obietta che questo limiterebbe il diritto all’istruzione.
Ma il diritto alla salute non dovrebbe prevalere su quello all’istruzione? Il diritto di una scolaresca a non essere contagiata di morbillo da un bambino non vaccinato deve essere subordinato al diritto dei genitori del bambino a ignorare una elementare regola di prudenza? La prevalenza dell’ideologia sul buonsenso ci riporta a tempi e a regimi che non vogliamo nemmeno citare. È bene perciò che il presidente del Consiglio prenda una posizione, già assunta peraltro dal segretario del Pd nettamente favorevole alle vaccinazioni. Come può crescere un #paesedeibalocchi in cui l’imbroglio è scritto nella costituzione materiale? O siamo rassegnati alla ‘decrescita felice’ che fu una delle prime bandiere del M5S?
IL GIORNO