Il Pd: dobbiamo censire subito tutti i disabili

giacomo galeazzi
ROMA

Il Pd chiede un censimento dei disabili. «Presenterò un’interpellanza al ministero del Welfare per sapere quali Regioni hanno chiesto i fondi per il “dopo di noi” e cosa ne abbiano fatto». L’inchiesta pubblicata ieri dalla Stampa ha rivelato l’esistenza di 40 mila disabili (molti di più secondo e associazioni dei familiari) di cui non si sa più nulla quando muoiono i genitori. Ileana Argentin (Pd) chiede un osservatorio per «censire finalmente» le disabilità.

 «Non avere numeri certi è un pericolo: se non sappiamo quanti hanno bisogno, non si potrà aiutarli quando perdono i genitori - avverte -. Solo in Italia gli anziani non autosufficienti sono contati tra i disabili e le gravi differenze nei servizi d’assistenza crea un abisso tra il Nord e il Sud». Un passo in avanti con la nuova legge c’è stato: «Per la prima volta esiste un fondo specifico, con 90 milioni di euro per quest’anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018».

 

Come la Argentin anche la collega di partito Elena Carnevali si è impegnata in prima persona alla commissione Affari Sociali per la nuova norma. «I genitori non devono rassegnarsi all’idea che i loro figli disabili non possono avere un futuro quando non saranno più in vita- afferma -. Come tutte le leggi anche questa sul “dopo di noi” aveva bisogno di strumenti attuativi che sono arrivati rapidamente».

 

Il problema, concordano Argentin e Carnevali, si manifesta a livello locale. Finora la maggioranza delle regioni ha ottenuto dal ministero del Welfare il via libera ai finanziamenti, mentre ad altre, tra cui la Campania, sono state chieste integrazioni che sono ora in esame. «Perché i figli si possano emancipare dalle famiglie servono anni di autonomia ed abilitazione, di accompagnamento dei nuclei familiari per progettare il distacco – precisa Carnevali-. I figli non sono pacchi che spostiamo dalle famiglie in case o residenze.

 

Molti comuni stanno già sperimentando progetti sapendo che non può essere la soluzione per tutti quella di vivere in convivenza in piccoli nuclei. Un altro modo di affrontare la disabilità è un dovere civile oltre che morale». Argentin annuncia battaglia sui numeri.

 

«È inaccettabile non disporre di dati certi, manca una struttura di coordinamento – denuncia Argentin -. Senza sapere di quanti disabili parliamo, non avremo mai interventi adeguati. Per i genitori dei disabili non può essere un lusso morire».

LA STAMPA

 

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