Nuovi record a Wall Street, Milano chiude a +0,4% con l’euro ai massimi

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Seduta volatile per le Borse europee che chiudono contrastate una giornata caratterizzata da pochi dati macro eccezion fatta per la produzione industriale Usa, salita ai massimi da quattro anni. Senza direzione anche Wall Street, che ha aperto sui nuovi massimi per poi ripiegare con l’euro che viaggia ancora a gonfie vele e aggiorna i massimi da novembre avvicinandosi a quota 1,11 dollari. A Piazza Affari l’Ftse Mib chiude a +0,38% spinto da Enel (+2,4%, titolo ai massimi dal 2011), promossa da Goldman Sachs che la vede sottovalutata rispetto ai competitor europei, e Atlantia (+1,7%), ancora premiata dagli operatori dopo l’annuncio dell’Opas sulla spagnola Abertis. Acquisti anche su Generali e Telecom Italia, che recuperano oltre l’1% mentre in coda al listino principale spiccano Bper Banca e Buzzi, che cedono rispettivamente l’1,6% e l’1,3%. Prosegue il recupero di Italgas (+0,4%), che aggiorna i massimi e prepara un’offerta per gli asset italiani messi in vendita da Gas Natural. Sul fronte dei cambi, come detto, continua il rally della moneta unica che riguadagna la soglia di 1,10 dollari e passa di mano a 1,1069 dollari (1,0979 ieri sera). La moneta unica vale anche 125,17 yen (124,774) e il biglietto verde è scambiato a 113,08 yen (113,63). Dopo una fiammata in mattinata il petrolio arretra con il Wti che cede lo 0,17% a 48,77 dollari al barile. Lo spread Btp-Bund chiude sotto quota 180 punti base.

LA RIMONTA DELLA MONETA UNICA
Dollari per un euro
GenFebMarAprMag1,031,041,051,061,071,081,091,101,11

Continuano gli acquisti su Atlantia
A Piazza Affari ancora una seduta positiva per Atlantia, dopo la buona performance della vigilia in seguito al lancio di un’Opas da oltre 16 miliardi di euro sulla spagnola Abertis. Secondo gli analisti di Intermonte dalla presentazione di ieri dell’operazione fatta alla comunità finanziaria sono arrivate «indicazioni positive». Inoltre, anche alla luce di indiscrezioni stampa nella stessa direzione, gli analisti ritengono probabile che ci sia «un accordo informale con Caixa», primo azionista di Atlantia, e che quindi «le probabilità di successo dell’operazione al prezzo di 16,50 euro (per azione) siano elevate». Nella stessa nota si conferma il giudizio positivo sull’operazione in quanto porterebbe alla «creazione del leader mondiale nel settore delle autostrade a pedaggio con una forte diversificazione geografica e una importante controdiluizione a livello di Eps/Dps». Bene anche Enel, favorita da un report positivo di Goldman Sachs, Generali e Mediaset, anche se guardando il listino quello che sembra prevalere è la cautela.

Continua il recupero di Italgas, si difende Fca
Dopo un avvio negativo consolida i guadagni Italgas che ieri aveva fatto segnare un rialzo del 3,22 per cento. La società è tra quelle considerate interessate agli asset italiani di Gas Natural. Le offerte non vincolanti dovrebbero essere presentate per metà giugno con l’obiettivo di chiudere l’iter entro la fine dell’estate. Italgas non è l’unica società italiana che guarda al dossier ma potrebbe farsi avanti anche A2a, senza contare che anche da oltre i confini risulta esserci qualcuno interessato. Gas Natural ha poco più del 2% del mercato della distribuzione del gas con una rete concentrata prevalentemente nel Sud del Paese. Fiat Chrysler Automobiles chiude debole, ma comunque senza pesanti passivi (-0,6%) scia ai dati sulle immatricolazioni europee ad aprile, in calo anche per effetto dei “ponti” e della Pasqua .

Tra gli altri, subito bloccata in asta di volatilità Energy Lab, titolo quotato all’Aim, quando segna un teorico +11,42%, dopo il balzo di oltre il 14% messo a segno ieri.

Seduta in chiaroscuro per il greggio
In mattinata il petrolio ha continuato a salire dopo il rally della vigilia: il contratto sul Wti consegna Luglio si manteneva saldamente sopra i 49 dollari al barile e il Brent del Mare del Nord con uguale scadenza sale sopra la soglia dei 52 dollari al barile. A dare la spinta alle quotazioni ieri era stata l’indicazione che i tagli alla produzione potrebbero essere portati fino al primo trimestre 2018. Poi, nel pomeriggio, le prese di beneficio con il ritorno sotto quota 49 dollari.

Pil zona euro +0,5% nel primo trimestre, Zew sale ma sotto attese
Prima dell’apertura dei mercati è stato pubblicato il dato sull’inflazione in Francia, che ha registrato un +0,1% in aprile rispetto al mese precedente e dell’1,2% su base annua. Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha pubblicato la lettura preliminare sul Pil del primo trimestre. Secondo l’istituto di statistica, è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. In rapporto al primo trimestre del 2016 la variazione è +0,8 per cento. La variazione acquisita per il 2017 è pari a +0,6 per cento. In relazione alla zona euro, stando alla prima stima di Eurostat, il Pil dei primi tre mesi del 2017 è salito dello 0,5% rispetto all’ultimo trimestre 2016. Nella Ue analogo andamento: +0,5 per cento. Nel quarto trimestre 2016 la crescita del Pil nella zona euro è aumentata dello 0,5%, nella Ue dello 0,6 per cento. Rispetto a primo trimestre 2016, il Pil nella zona euro è salito dell’1,7%, nella Ue del 2% dopo +1,8% e +1,9% rispettivamente nel trimestre precedente. Dalla Germania, nel frattempo, è arrivato l’indice Zew, secondo il quale la fiducia degli investitori tedeschi nell’economia nazionale sale a maggio ma meno del previsto. L’indice si attesta questo mese a 20,6 punti, continuando la progressione dopo il balzo a 19,5 punti di aprile (da 12,8 punti di marzo). Gli analisti prevedevano però una crescita più corposa per il mese in corso, intorno a quota 22. L’indice sulla situazione corrente sale a 83,9 dall’80,1 di aprile.

In Usa deludono le costruzioni ma l’industria è al top dal 2014

Dati in chiaroscuro dagli Stati Uniti. In aprile i nuovi cantieri edili avviati negli Stati Uniti sono diminuiti più delle previsioni e per la terza volta in quattro mesi, cosa che sottolinea la volatilità del mercato immobiliare statunitense. Anche i permessi per costruire richiesti sono scesi a sorpresa. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio, l’indice che misura l’avvio di nuovi cantieri è calato del 2,6% a 1,172 milioni di unità, dopo il ribasso del 6,6% di marzo (rivisto al rialzo dal -6,8% della prima stima). Il dato è peggiore delle previsioni degli analisti, che attendevano un aumento del 3,7 per cento. I permessi per le costruzioni, che anticipano l’attività futura del settore edilizio, sono calati del 2,5% a 1,229 milioni, peggio del +0,8% atteso dagli analisti. Su base annuale, ovvero rispetto ad aprile 2016, i nuovi cantieri sono in aumento dello 0,7%, mentre i permessi crescono del 5,7 per cento.

Il segnale positivo arriva invece dalla produzione industriale, che sempre in aprile è cresciuta più delle previsioni e al passo più rapido in tre anni, con valori che restano in linea con una costante crescita economica. Secondo quanto reso noto dalla Federal Reserve, il mese scorso la produzione industriale e’ salita
dell’1%, il passo più rapido da febbraio 2014, dopo il rialzo dello 0,4% di marzo (rivisto al ribasso dal +0,5% della prima stima). Gli analisti attendevano un rialzo dello 0,4%.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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