Effetto Trump sui mercati, scivola il dollaro. Borse europee in calo
di FLAVIO BINI
MILANO – Ore 16.30. Le Borse pagano il conto delle turbolenze che attraversanola Casa Bianca negli ultimi giorni.
Dopo un’apertura in flessione i listini europei hanno aumentato le perdite e verso la chiusura delle contrattazioni sono tutti in netto calo. Milano arretra dell’1,93%, Parigi dello 1,25% e Francoforte dello 0,98%. Londra arretra invece dello 0,34%. A Piazza Affari in sofferenza in particolare tutto il settore bancario, con Ubi a registrare la peggior peerformance. In netto calo anche Fca, dopo l’apertura della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per violazione delle norme Ue sull’omologazione delle auto.
Soffre anche Wall Street. L’indice Dow Jones che perde lo 1,06%. In calo anche lo S&P lo 0,97% e il Nasdaq l’1,29%. Segnali di debolezza che si registrano anche sul dollaro che tocca i minimi da sei mesi nel cambio con l’euro. La moneta europea viene scambiata a 1,1137 sul biglietto verde, ai livelli antecedenti il voto Usa. Tensioni che pesano anche sull’oro, oggetto di acquisti da parte degli investitori, salendo a 1249 dollari l’oncia.
Debole anche la chiusura di Tokyo questa mattina: l’indice Nikkei ha archiviato le contrattazioni dello 0,53%, con lo yen in apprezzamento a 112,4 sul dollaro, in aumento dell’1% in due giorni.
Giornata poco mossa per lo spread: il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si attesta a 177 punti base – sotto la chiusura di ieri – , mentre il rendimento del bond decennale italiano è al 2,19 per cento.
Cala intanto la produzione industriale giapponese, in flessione a marzo dell’1,9% rispetto a febbraio e in aumento del 3,5% rispetto a marzo 2016, ma comunque in miglioramento rispetto alla stima precedente che aveva rilevato una diminuzione mensile maggiore (-2,1%) e un aumento annuo più contenuto a +3,3 per cento. Dall’Istat arrivano dati incoraggianti sul fronte della bilancia commerciale, con l’export in espansione del 14,5% rispetto alla scorso anno, ai massimi dal 2011. Eurostat conferma infine il dato preliminare sull’inflazione, in aumento dell’1,9% ad aprile su base annua.
Torna a salire il prezzo del petrolio dopo la parziale frenata registrata in mattinata. A spingere il greggio il sesto calo consecutivo delle scorte Usa. Il barile di Wti con consegna a a giugno viene scambiato a 49,42 dollari, in crescita di 32 centesimi. Stesso andamento per il Brent con consegna a luglio, trattato a 52,50 dollari, in aumento di 78 centesimi.
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