Flavio Briatore: “Vendo tutto e me ne vado dall’Italia, Paese ostaggio di giudici e burocrazia”
Il vaso è pieno. Flavio Briatore è stanco, stremato. La sua decisione è estrema. “Vendo tutte le mie attività in Italia, troppa burocrazia. Se c’è qualcuno interessato si faccia avanti”. Ospite su Radio 24 alla Zanzara, con Giuseppe Cruciani e David Parenzo, il manager del lusso sfoga tutta la sua frustrazione.
In Puglia doveva sorgere un nuovo locale col suo marchio a Otranto. Ma hanno fermato i lavori. La Procura di Lecce ha disposto il sequestro del Twiga, lo stabilimento balneare a cui ha concesso il marchio Flavio Briatore. Le presunte irregolarità riguarderebbero l’iter per l’autorizzazione dell’opera. La società Cerra srl (proprietaria del terreno di Otranto e dello stabilimento) e la Bilionaire Lifestyle Sarl (proprietaria del marchio Twiga) hanno sospeso la licenza per l’uso della denominazione che avrebbe consentito di accomunare il locale salentino agli altri di proprietà di Briatore.
Flavio non contiene la sua rabbia: “Io ho dato solo una licenza, non mi sono mai impegnato coi capitali. Ma preferisco ritirarmi, uscire, questa è la realtà. C’è molto poco rispetto per chi investe, sembra che dia fastidio. Capisco i controlli, ma ha vinto la burocrazia”.
Prosegue il manager: “C’erano ragazzi giovani pieni di entusiasmo, abbiamo trovato personale qualificato. Non so se i lavori sono stati fatti in modo esemplare, e spetterà alla magistratura valutarlo. Ma in Italia è così, la burocrazia è regina e non c’è nessun rispetto per chi investe”.
Secondo Briatore in Italia c’è troppa invidia sociale per chi è ricco e famoso. E lui ne è un bersaglio. Certo, se dice frasi come “Io non so quanto spendo al mese. I contanti in mano non li ho. Non ho mai una lira, quando vado in giro c’è sempre la gente che è con me che paga. Mai avuto il portafoglio in vita mia, mai” non c’è da stupirsi.
LIBERO.IT