Il Russiagate spaventa i listini. Milano a -2,3% con Fiat ko
La bufera Trump si abbatte sui mercati finanziari e gli operatori corrono ai ripari facendo dietrofront dopo settimane di massimi sui listini azionari. L’uno-due di indiscrezioni sul caso già ribattezzato come Russiagate, e relativo ai rapporti tra l’amministrazione Trump e Mosca (prima le ammissioni sulle informazioni top secret sull’Isis rivelate dal presidente ai russi, poi i retroscena sul licenziamento del capo dell’Fbi) ha portato a vendite su tutti i principali listini parallelamente alla flessione di Wall Street (-1,1% il Dow Jones alla chiusura dei mercati europei). L’escalation del Russiagate, segnalano gli analisti, propone a sorpresa il tema della stabilità politica negli Stati Uniti mettendo sullo sfondo l’ipotesi di una messa in stato di accusa dello stesso presidente.
Piazza Affari, ai massimi da fine 2015 ieri, è stata la peggiore cedendo il 2,3% nel FTSE MIB che è arretrato di circa 500 punti in una sola seduta. Perdite non lontane dai due punti percentuali anche per Madrid e Parigi.
A Milano pesante Buzzi Unicem (-6%) che corregge ancora dai massimi degli ultimi dieci anni pagando anche la fase dei debolezza del dollaro. Tra i finanziari male Ubi Banca (-5,3%) e Unicredit(-4,3%). Ma la protagonista della seduta è stata Fiat Chrysler Automobiles caduta del 4,6% dopo la conferma delle indiscrezioni sull’apertura della procedura Ue nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto delle norme sulle emissioni inquinanti da parte della casa italo-torinese.
L’euro risale fino a 1,1142 dollari (da 1,1069). Petrolio in netto allungo (+1,1% a 49,2 dollari al barile a New York) dopo il calo delle scorte settimanali e della produzione di greggio in Usa (segui qui i principali cross).
Timori di slittamento della riforma fiscale Usa
Si tratta dell’ennesimo imbarazzo per la Casa Bianca che alimenta i sospetti di interferenza. A questo punto il mercato inizia a temere che la tanto attesa riforma fiscale rischi di subire ulteriori ritardi. «I democratici hanno subito preso la palla al balzo, indicando come questo elemento (il Russiagate, ndr) possa rappresentare un motivo di messa in stato di accusa per ostacolo della giustizia. Le agenzie specializzate nelle scommesse hanno rapidamente iniziato ad incrementare la probabilità attribuita a tale ipotesi nell’arco di un anno – segnalano gli analisti di Mps Capital Services – . In questo contesto, i timori di instabilità politica, che fino a qualche settimana fa riguardavano esclusivamente l’area Euro in attesa delle presidenziali francesi, si spostano rapidamente oltre oceano. Va detto comunque che gli investitori prendono come pretesto il terremoto che sta scuotendo la Casa Bianca per alleggerire le posizioni, dopo la corsa delle principali Borse europee e della stessa Wall Street da inizio anno. Del resto i principali indici del Vecchio Continente sono sui massimi dell’anno e quelli americani sono sui record storici. L’incertezza sta portando anche ad acquisti sul decennale Usa tant’è che i rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – sono scesi al 2,256% dal 2,329% di ieri.
Inflazione in ripresa
In Europa, invece, è stato confermato che l’inflazione ad aprile si è attestata all’1,9%, in accelerazione dall’1,5% di marzo. Eurostat ha diffuso i nuovi dati in linea con quelli della prima lettura. Solamente un anno fa l’Europa versava in deflazione con l’indice dei prezzi in calo dello 0,2%. In Italia ad aprile l’indice ha registrato un incremento del 2% dopo il +1,4% di marzo (ad aprile 2016 era a -0,4%). Eurostat ha inoltre pubblicato i dati relativi alla produzione nel settore delle costruzioni, che a marzo è calata dell’1,1% nella zona euro e dello 0,8% nella Ue rispetto a febbraio, quando era aumentata rispettivamente del 5,5% e del 3,9%. Rispetto al marzo 2016 la produzione è aumentata del 3,6% nella zona euro e del 3,7% nella Ue.
Milano guida i ribassi e perde quasi 400 punti di Ftse Mib, nonostante in mattinata l’Istat abbia certificato una forte crescita dell’export: a marzo le esportazioni sono infatti balzate del 4% su febbraio e del 14,5% su base annua.
Il balzo dell’export
Si tratta del livello più alto da oltre cinque anni. Per trovare un balzo maggiore bisogna tornare all’agosto 2011. Più in dettaglio le vendite verso i Paesi extra Ue sono volate del 15,1% sull’anno e quelle verso l’Unione europea del 14,1%. Comunque sono aumentate anche le importazioni, con un balzo del 16,3% su base annua. Così a marzo 2017 il surplus commerciale è di 5,4 miliardi (dai 5,2 miliardi del marzo 2016). Nei primi tre mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 6,7 miliardi.
Male banche e industrie esposte sul dollaro. Brilla Saras
Tornando a Piazza Affari, ha chiuso tutto in rosso il paniere delle 40 big del listino con anche Italgas, a lungo l’unica al rialzo con il mercato che attende novità sulla possibile offerta per gli asset italiani di Gas Natural Fenosa, capace di chiudere in netta correzione (-1,7%). Hanno limitato i danni le altre utility (-1,1% Enel, -1,3%Terna) così come alcuni petroliferi grazie alla corsa del greggio innescata nel pomeriggio dalla pubblicazione dei dati settimanali del dipartimento dell’Energia Usa su petrolio e carburante (-0,9% Saipem e -1,3% Tenaris). Sono stati invece soprattutto bancari e industriali, in particolare quelli esposti verso il dollaro americano, come Fiat Chrysler e Leonardo – Finmeccanica (-3,99%) ad accusare le perdite più significative. Male anche Brembo (-3,6%) e Cnh Industrial (-3,5%). Nel comparto lusso giù Moncler (-3,8%) e Ferragamo (-3,6%).
Fuori dal Ftse Mib balzo di Saras (+4,8%) dopo la pubblicazione della trimestrale chiusa con un utile netto di 92 milioni. Giù del 3% Iren dopo il collocamento di un pacchetto del 2% da parte dei Comuni di Reggio Emilia e Parma.
Atlantia in calo nell’attesa sviluppi su offerta per Abertis
Atlantia in retromarcia, nell’attesa degli sviluppi sull’offerta per rilevare la spagnola Abertis. Il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton ha messo sul piatto 16,5 euro per ogni azione dell’azienda iberica, per un totale di oltre 16 miliardi di euro. Somma che, secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore , il principale azionista Caixa valuterà nell’arco delle prossime 2-3 settimane. El Mundo, tuttavia, riferisce che il primo socio di Abertis, con una quota del 22,5% del capitale, avrebbe giudicato non congruo il prezzo, chiedendo dunque un ritocco del’offerta e anche una revisione della governance. Intanto le agenzie di rating Standard and Poor’s e Moody’s hanno confermato i propri rating su Atlantia, ma con outlook negativo. Numerosi analisti sono positivi su Atlantia, scommettendo che il gruppo diventerà uno dei principali operatori al mondo nel settore autostradale. Banca Akros sottolinea inoltre che un eventuale ritocco al rialzo del prezzo messo sul piatto per comprare Abertis «comporterebbe comunque un consistente miglioramento dell’utile per azione, dal momento che il costo del finanziamento dell’operazione è molto basso, intorno al 2%».
Fca penalizzata da decisione Ue su Italia in tema emissioni gas
Pesante la performance di Fiat Chrysler Automobiles nel giorno in cui la Commissione europea ha deciso oggi di aprire un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa Ue in materia di omologazione dei veicoli da parte di Fiat Chrysler Automobiles. In base alla legislazione vigente dell’Ue, spetta alle autorità nazionali verificare che un tipo di automobile soddisfi tutte le norme europee «prima che le singole auto possano essere vendute sul mercato unico».
Sotto tiro sono i software per il controllo delle emissioni inquinanti montato sulle 500X Gli analisti, comunque, gettano acqua sul fuoco scommettendo che Fca non dovrà pagare somme ingenti, dal momento che anche la stessa Volkswagen in passato in Europa non ha registrato costi consistenti legati allo scandalo sulle emissioni nocive di gas, come invece successo negli States.
Corrono i piccoli titoli sulla spinta Pir
Fuori dal paniere principale, numerosi titoli di aziende di piccole e medie dimensioni continuano a vantare performance vivaci, sulla spinta degli acquisti dei grandi fondi di investimento, che stanno raccogliendo liquidità per i Pir, i piani individuali di risparmio indirizzati proprio verso società che non fanno parte del Ftse Mib. Equita, nella nota odierna, sostiene che il successo dei Pir «si sta dimostrando ampiamente superiore alle attese, con una raccolta che a fine anno potrebbe attestarsi attorno a 10 miliardi di euro», Sempre gli esperti della sim stimano che «gli acquisti sui titoli mid-small possano rappresentare il 4.2% del flottante nel 2017 e 5.4% nel 2018».
Oggi a Piazza Affari sono in evidenza le Brioschi e le Sabaf, oltre che le Ecosuntek . Le Saras guadagnano terreno, spinte dal giudizio favorevole di Equita, che consiglia di acquistare le azioni, dopo la pubblicazione della trimestrale risultata al di sopra delle attese grazie essenzialmente alla buona performance della raffinazione . «Il titolo – ha indicato Equita – ha prospettive di buona redditività per il 2017, sostenuto da un accelerazione macro in Europa e con un consensus piuttosto cauto».
Petrolio accelera: in calo sia scorte sia produzione Usa
Il prezzo del petrolio sta accelerando il rialzo sia a New York sia a Londra (segui qui Brent e Wti). Nella settimana conclusa il 12 maggio le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono calate di 1,753 milioni di unità a 520,772 milioni, mentre gli analisti attendevano un ribasso di 2,2 milioni, dopo la discesa di 5,247 milioni di unità precedente. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all’Energia, gli stock di benzina si sono attestati in discesa di 413.000 unità a 240,669 milioni, dopo il ribasso di 150.000 barili dei sette giorni precedenti e la frenata di 900.000 unità prevista. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, sono diminuite di 1,944 milioni di unità a 146,824 milioni di barili, dopo la discesa di 1,587 milioni di barili della settimana precedente e la frenata di 1,2 milioni di unita’ prevista.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)