Il fisco cambia, Agenzia Entrate sigla accordi su investimenti con 10 colossi. C’è anche General Electric
Non solo accertamenti e controlli fiscali, ma anche intese per mettere in sicurezza investimenti e nuovi posti di lavoro. L’Agenzia delle entrare ha siglato dieci accordi di «interpello nuovi investimenti» con grandi aziende, di cui sei straniere, per definire in anticipo il trattamento fiscale ed evitare sorprese col fisco da qui a cinque anni. La certezza sulle tasse, insomma, porta ad investire. Tra le imprese coinvolte ci sono il colosso italiano Leonardo-Finmeccanica, l’americana General Electric e l’austriaca Billa, che gestisce una catena di supermercati. Gli accordi, i primi di questo tipo siglati dall’Agenzia, riguardano in totale 4 miliardi di euro di investimenti e 76 mila nuovi posti di lavoro.
«Si tratta di numeri più che incoraggianti», ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nel corso della giornata di lavori «L’Amministrazione fiscale che cambia» al ministero dell’Economia. In questa occasione Orlandi ha anche annunciato che l’agenzia firmerà entro l’estate accordi di adempimento collaborativo («cooperative compliance») con cinque società «appartenenti a primari gruppi bancari e industriali». Lo strumento serve a sviluppare una nuova forma di interlocuzione con i grandi contribuenti italiani, che hanno un fatturato non inferiore ai 10 miliardi di euro. Fino ad oggi sono stati raggiunti accordi simili con altre cinque società, tutte del gruppo Ferrero.
La «cooperative compliance» è in pratica una cooperazione basata sulla conoscenza reciproca e sulla collaborazione, anche grazie all’aiuto di esperti dell’amministrazione, per prevenire rischi e fornire certezza fiscale.
Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, secondo cui «è importante avere una certezza fiscale, in concreto». Sono comunque fondamentali le riforme strutturali, ha aggiunto, che «sono un elemento portante della politica del Governo». Per il ministro le «riforme sono vive e se sedimentano sono un fattore di ostacolo. Quindi il tema fiscale deve essere mantenuto vivo». La riforma del fisco è «un motore per altre riforme – ha spiegato – perché libera spazi, cioè risorse per abbattere la pressione fiscale e per dare un indirizzo qualitativo alla politica economica». Per il ministro di sicuro «lo sforzo per abbattere la pressione fiscale è avvenuto e dovrebbe continuare ad avvenire».
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