Legge elettorale, Renzi: “Approviamola primi di giugno”
ROMA – Matteo Renzi rilancia sulla legge elettorale e punta a un’approvazione nei primi giorni di giugno. Su Facebook il segretario del Partito democratico lancia la nuova battaglia. “Dopo mesi di rinvii – scrive Renzi – la Camera ha deciso di andare in aula il 29 maggio. Questo permetterà – per regolamento – di avere tempi contingentati e di approvare la nuova legge nei primi giorni di giugno. Come Partito Democratico lanciamo un appello a tutti gli altri: per favore, non perdete altro tempo. Diteci dei no o dei sì, fate emendamenti, avanzate controproposte. Ma non rinviate ancora la data del 29 maggio”. E il nuovo relatore della legge, Emanuele Fiano, ha depositato il testo base in commissione Affari costituzionali. Insieme al testo della legge è stato depositato anche il fac simile della scheda elettorale della Camera e del Senato: accanto al nome del candidato nel collegio uninominale, c’è il simbolo del partito e il listino relativo alla circoscrizione della quota proporzionale. Non è prevista la possibilità di voto disgiunto.
La mossa del segretario Pd arriva dopo la rinuncia da parte del presidente della commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti, al ruolo di relatore della legge elettorale. “Serve una norma che possa arrivare in fondo e quella del Pd parte male”, aveva dichiarato Mazziotti, dopo che dal Partito democratico non era arrivato l’atteso appoggio al testo base che lui aveva preparato dopo aver sentito i gruppi. Un mancato appoggio che aveva costretto il relatore a ritirare il testo, che recepiva la proposta di 5 stelle, Forza Italia, Articolo 1-Mdp.
La proposta ufficiale del Partito democratico prevede l’elezione di 303 deputati eletti in altrettanti collegi uninominali e lo stesso numero di eletti con metodo proporzionale senza meccanismo di scorporo in circa 80 circoscrizioni sub regionali, in listini bloccati di quattro nomi. La proposta non modifica il metodo proporzionale per eleggere i 12 deputati esteri e conferma i collegi uninominali per il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta. La scheda che avrà l’elettore sarà unica: dovrà barrare il nome dei candidato del collegio uninominale e apporre una croce sul simbolo del partito.
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Le reazioni. Secondo il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio, il Pd tornerà dal Movimento di Beppe Grillo “con la coda tra le gambe” per “trovare una quadra” su una legge elettorale “che garantisca governabilita”.
“Si sta provando a fare una legge elettorale contro il Movimento cinquestelle insieme a Verdini e a qualche pezzo del Gruppo misto e con una Lega Nord, che prima urlava all’inciucio quando noi abbiamo aperto alla luce del sole al Pd, e adesso si butta nella mischia”, ha sottolineato Di Maio. Ma “io credo che non riusciranno ad approvarla, perché sebbene stiano facendo i conti al Senato, in questo momento ognuno va per sé nel Pd e nei partiti minori. Quindi torneranno da noi a chiederci di trovare una quadra alla luce del sole su una legge elettorale che possa davvero dare governabilità a questo Paese”. Il vicepresidente della Camera ribadisce la disponibilità di M5s “a fare una legge seria per l’Italia, che garantisca governabilità. Saremo disponibili anche quando torneranno da noi con la coda tra le gambe”.
Per il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, “il modello elettorale che il Partito democratico vorrebbe imporre a tutto il Parlamento, a tutti i partiti, a tutti i gruppi parlamentari, tranne che alla Lega che sembra essere il solo partito che è concorde, si chiama Verdinellum perché è proposto dal gruppo parlamentare di Verdini e prevede un 50% di seggi eletti col proporzionale e un 50% col maggioritario”. Di fatto, però, dice Brunetta, è “un Cespugliellum perché moltiplicherà i ricatti che a livello locale i piccoli gruppi porteranno avanti verso i partiti maggiori”.
Respinge l’appello al mittente il deputato di Articolo 1 – Mdp Alfredo d’Attorre: “I mesi di rinvio sulla legge elettorale di cui parla il segretario del Partito democratico sono stati imposti dalla melina e dalla confusione del suo partito”. “L’appello a non perdere tempo – ha sottolineato – dovrebbe perciò consistere anzitutto in una poderosa autocritica. È
surreale che adesso Renzi invochi il rispetto della scadenza del 29 maggio, impossibile da rispettare proprio in conseguenza delle piroette del Pd”.
“È incomprensibile l’aggressione del Pd ad un alleato di governo sulla legge elettorale, sono invece più chiare le ragioni politiche di tale atteggiamento. Rappresenteremo le nostre argomentazioni durante l’incontro che, come tutti i gruppi parlamentari, avremo nelle prossime ore con il relatore. Chiederemo modifiche in merito, senza le quali sarà certo il nostro No al testo base presentato dall’onorevole Fiano. I motivi del nostro dissenso sono assolutamente chiari. Il testo prevede un parte dell’impianto iper maggioritario che assicura la governabilità ma una parte proporzionale che non garantisce per nulla il principio della rappresentatività di milioni di elettori”, è la posizione del capogruppo di Alternativa popolare in commissione Affari costituzionali alla Camera, Dore Misuraca.
Nella discussione si inserisce anche l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ribadisce che “sarebbe assolutamente obbligatorio per qualsiasi forza politica che abbia un minimo di senso di responsabilità collaborare a un’intesa sulla legge elettorale non piegata sul calcolo particolare o illusorio di nessuna singola forza politica. Evocare l’eventuale soluzione di un decreto, anche come arma estrema per uscirne tra qualche settimana, credo che si alquanto abnorme e non è questo che ha suggerito la Corte costituzionale”. Secondo Napolitano bisogna “leggere bene la sentenza prima di fare polemiche: stabilisce che cosa non può essere riproposto e lascia campo molto libero al Parlamento per qualsiasi altro aspetto non toccato dalla Corte”.
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