Blitz di Renzi per votare subito
Il problema di Renzi non sono le intercettazioni telefoniche, né i pasticci di babbo Tiziano.
E neppure la procura di Napoli, che lo bracca con metodi illegali. No, il problema di Renzi è ancora, sempre e solo Matteo Renzi. Proprio non ce la fa a fare il salto, è fermo alle arroganze e agli errori strategici che lo portarono a sbattere contro il muro del referendum. In sintesi: io sono io e voi tutti siete niente. O, forse, ha capito che il vento è cambiato e che, libro dopo libro, stanno provando a cucinarlo a fuoco lento. Sta di fatto che ha deciso di accelerare la corsa verso le elezioni anticipate, dando il via libera al progetto di nuova legge elettorale costruita su misura per lui da Denis Verdini.
Il «Verdinellum» in aula il 29 maggio con probabilità di approvazione nei primi giorni di giugno – è un complicato sistema misto tra maggioritario e proporzionale con un significativo premio per chi vince in ogni singolo collegio. In sintesi, un partito (il Pd, nei piani e nelle speranze di Renzi) potrà avere una larga maggioranza parlamentare anche se dovesse ottenere un modesto risultato complessivo. È studiato a tavolino per arginare i Cinque Stelle e limitare il risultato finale di Forza Italia, costretta in questo modo a dividere la torta con la Lega.
Per ottenere il risultato, Renzi sta seguendo la solita strada della campagna acquisti di senatori e deputati, promettendo loro posti sicuri. Ci risiamo, dunque, con le riforme essenziali per la democrazia come è la legge elettorale portate avanti a colpi di maggioranza da una sola parte e da un manipolo di traditori. Dove vuole arrivare Renzi non lo si capisce. O, meglio, lo si capisce benissimo: a Palazzo Chigi, e questo è legittimo. Ma, ammesso che il piano funzioni, se ci sbarchi portato da non più di due o tre italiani su dieci poi ti ritrovi punto a capo. Sono anni, troppi anni, che abbiamo un Parlamento e governi che non rappresentano più la volontà popolare. E i risultati li abbiamo sotto gli occhi. Ci sarà un motivo se, a parità di condizioni e agevolazioni (la marea di euro immessi nel mercato da Draghi), siamo il Paese europeo che cresce meno o, di fatto, non cresce proprio. «Condividere» è parola sconosciuta nel vocabolario di Renzi. Che per questo è stato e resta inaffidabile.
IL GIORNALE