Hayden resta gravissimo. Nello stesso reparto ricoverata anche una triathleta tedesca travolta in bici
Nicky e Julia, 36 e 31 anni. Due storie drammatiche e parallele: ed entrambe in attesa di una speranza all’ospedale «Bufalini» di Cesena. Una è quella di Nicky Hayden, il campione statunitense della Superbike, coinvolto mercoledì pomeriggio in un incidente nel Riminese mentre si allenava in bicicletta. A destare grande preoccupazione tra i medici è una emorragia cerebrale, motivo per cui la prognosi è «riservatissima». Senza contare che inoltre il pilota, che si trova in rianimazione, ha riportato anche un grave politrauma al cranio, al torace e al bacino. Non è stato operato, in attesa di una stabilizzazione, assai complicata, del quadro clinico. «Le condizioni cliniche restano estremamente gravi — si legge nell’ultimo bollettino medico emesso nel pomeriggio di giovedì — e il danno cerebrale è gravissimo». A pochi metri da Nicky c’è ricoverata nel reparto di Terapia intensiva c’è una triathleta tedesca, Julia Viellehner, anche lei gravissima, travolta lunedì da un tir sul passo delle Forche, «strappo» nell’Appennino forlivese. Incidente dalla dinamica assurda: la bici della ragazza — che il giorno prima aveva gareggiato al triathlon di Cervia, piazzandosi al secondo posto e che aveva pensato di sostare qualche giorno ancora in Romagna per una vacanza — si è agganciata alla ruota posteriore del mezzo pesante, trascinandola. Non sarebbe finita fortunatamente sotto il camion, ma avrebbe subito un profondo taglio alla gamba e la sua prognosi è riservata. I primi soccorsi a Julia sono stati dati dal compagno e da un amico che stavano pedalando con lei.
Hayden ancora molto grave
Nel quadro clinico di Hayden — trasportato in elicottero a Cesena dopo essere stato essere stato stabilizzato all’Ospedale «Infermi» di Rimini — non ci sono novità, spiegano fonti sanitarie: resta ricoverato in terapia intensiva e le sue condizioni permangono critiche e molto gravi. Il centauro non è stato operato. Il motociclista del Kentucky, iridato in MotoGp nel 2006 davanti a Valentino Rossi, il giorno prima aveva gareggiato a Imola, nella gara del campionato di World Superbike. Poi aveva deciso di sostare in Romagna, la sua seconda casa, alloggiando a Cattolica con la fidanzata Jackie. In questi giorni di vacanza aveva già fatto qualche sgambata in bici e anche mercoledì pomeriggio aveva deciso di allenarsi a Misano Adriatico, nel Riminese.
La dinamica
La dinamica dell’incidente è tutta da chiarire. Quello che è certo è che Nicky intorno alle 14, caschetto in testa, stava pedalando in direzione di Riccione quando a poca distanza dal circuito di Misano, all’altezza di un incrocio, è avvenuto lo schianto contro l’auto guidata da un trentenne di Morciano di Romagna, rimasto illeso. Hayden, invece, è finito prima sul cofano della vettura poi ha sfondato il parabrezza del mezzo e quindi è rovinato a terra. La sua bici da corsa, spezzata in due, è finita in un fosso ai lati della carreggiata nei pressi di un incrocio. All’incidente avrebbero assistito diversi testimoni che sono stati già ascoltati dalla polizia locale che sta indagando sul caso. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Riccione, comandati dal capitano Marco Califano, e la polizia locale che sta conducendo i rilievi. «Stiamo verificando con i miei uomini la dinamica — si limita a dire al telefono Pierpaolo Marullo, comandante della polizia locale di Riccione e Misano — e allo stato attuale non escludiamo alcuna pista: né che ci sia un mancato rispetto della precedenza né che Hayden avesse invece correttamente già impegnato la corsia. Potremmo essere più precisi solo quando i rilievi e le testimonianze saranno complete. Di certo tifiamo perché si riprenda al più presto». Proprio per poter indagare a fondo, la bicicletta e l’auto sono state sequestrate ed è stata inviata una segnalazione alla Procura della Repubblica.
Il cordone di affetto
Intanto a Cesena si è stretto intorno al pilota un cordone di affetto che sta facendo il tifo per lui. «Membri dell’entourage di Nicky e la sua fidanzata sono con lui presso l’Ospedale di Cesena — spiegano dal team Red Bull Honda World Superbike, per cui Nicky Hayden corre nel campionato mondiale — e vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare dei messaggi di supporto e di pronta guarigione nonché per l’operato del personale medico e quello di primo soccorso». Al «Bufalini» sono giunti dagli Stati Uniti il fratello Tommy e la mamma Rose. L’unica a parlare della famiglia è stata la sorella Kathleen che, attraverso Twitter, ha scritto un messaggio di spoeranza ricordando che: «Mio fratello è un combattente».
Rossi: «È uno dei migliori amici che ho nel paddock»
L’incidente ha scosso tutto il mondo dello sport. «È uno dei migliori amici che ho avuto nel paddock. Forza Nicky, siamo tutti con te», ha detto Valentino Rossi via Instagram. «Siamo stati compagni di squadra con la Honda nel suo anno da rookie, il 2003, quando era un giovane debuttante alla prima esperienza europea — ricorda il Dottore —. Quella stagione si chiuse con il Mondiale per me e con il suo primo podio a Phillip Island. Dopo qualche anno abbiamo lottato uno contro l’altro per il Mondiale 2006 fino all’ultima gara e alla fine, purtroppo per me, mi ha battuto ed è diventato il campione del mondo della MotoGP. Dopo la gara ci siamo dati la mano e ci siamo abbracciati. In seguito siamo stati ancora compagni di squadra nei difficili anni della Ducati, quando parecchie volte abbiamo lottato all’ultimo sangue, magari per conquistare l’ultimo posto nella top five. Nicky veniva spesso al Ranch, dove era sempre uno spettacolo vederlo e cercare di carpire qualche segreto battagliandoci insieme, perché lui è uno dei più veloci flattisti del mondo e prima di passare all’asfalto ha vinto le più importanti gare di Flat Track americano come il Peoria TT. Il più bel ricordo che ho di lui però è quando è venuto a darmi la mano dopo la sfortunata gara di Valencia 2015, durante il giro d’onore. Per lui era l’addio alla MotoGP, io avevo appena perso il mondiale. Il suo sguardo di supporto dentro il casco è uno dei pochi ricordi positivi che ho di quel giorno».
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