La metropoli più calda per il reclutamento jihadista
di GIANLUCA DI FEO
C’È UNA sola certezza: nell’Arena di Manchester c’è stata un’esplosione potente. Ed è difficile che possa essere stata accidentale. Un elemento che fa subito pensare allo scenario di un attentato, con il sospetto al momento assolutamente privo di riscontri – che possa avere una matrice islamica.
Manchester è sempre stata una delle piazze di reclutamento jihadista. Da lì molti sono partiti per unirsi allo Stato islamico. Le più famose sono le due gemelle sedicenni che hanno raggiunto la Siria nel 2014 per diventare spose dei soldati dell’Isis: due ragazzine d’origine somala e cittadinanza britannica, identiche alle loro coetanee che ieri sera erano accorse in massa per il concerto di Ariana Grande. Il loro fratello maggiore si era unito alle schiere del Califfato un anno prima e le gemelline lo hanno raggiunto, sedotte dalla propaganda dell’Isis: una di loro si sarebbe unita con un altro volontario proveniente da Coventry, formando una coppia inglese nelle schiere con la Bandiera Nera.
Almeno in 1500 hanno lasciato la Gran Bretagna negli scorsi anni per raggiungere le brigate fondamentaliste in Siria e in Iraq; molti ora stanno tornando, moltiplicando il rischio di azioni violente per tentare di riscattare con gesti clamorosi le disfatte che il Califfato subisce sul campo. Al Baghdadi avrebbe chiesto di seminare morte soprattutto in questa settimana, che precede l’inizio del Ramadan, la festa più sacra e pacifica per i veri musulmani.
Ma nella metropoli vive una storica comunità pachistana, dove spesso i predicatori di Al Qaeda hanno raccolto proseliti. L’ultimo caso è quello di Darren Glennon, 49 anni, che si è convertito all’Islam con il nome di Abdid Alì, registrando video che inneggiavano alla guerra santa contro gli infedeli occidentali e scaricando manuali per fabbricare ordigni casalinghi. Alla moglie ha detto di volere mettere una bomba nella base locale della Royal Air Force, come vendetta per i raid in Iraq. Anche Khalid Masood, l’uomo di 52 anni che il 22 marzo attaccò il ponte di Westminster e il parlamento britannico era un convertito: una figura rimasta misteriosa, senza che siano mai stati riscontrati legami particolari con le organizzazioni terroristiche anche se molti analisti restano convinti che dietro la sua azione ci sia l’ombra di Al Qaeda.
La rete creata da Osama Bin Laden sta riconquistando forza, in modo inversamente proporzionale alle sconfitte del Califfato. Oggi ha trovato un nuovo leader: Hamza Bin Laden, il figlio del fondatore, che una settimana fa ha lanciato un proclama per incitare i seguaci di Al Qaeda a una nuova offensiva contro i “crociati” occidentali: «Se sapete usare un’arma bene, altrimenti usate qualsiasi strumento per colpirli. Scegliete bene il vostro bersaglio e mantenente il segreto». Un appello che ha trovato larga eco tra le comunità radicali attive in tutta Europa, soprattutto nelle città inglesi.
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