La strage degli innocenti: non si fermano neanche davanti ai bambini
È la strage degli innocenti. Ancora più odiosa perché quei ventidue morti sono ragazzini, alcuni persino bimbi.
Tutti alla Manchester Arena per ascoltare l’idolo Ariana Grande. Una serata di divertimento spazzata via da un ordigno rudimentale riempito di chiodi per aumentare la capacità di ammazzare. “Sembra che le bombe sganciate dall’aviazione britannica contro i bambini di Mosul e Raqqa – esultano su Twitter i siti jihadisti che inneggiano allo Stato islamico – siano appena tornate indietro a Manchester”. Un odio cieco rivendicato dallo Stato islamico per mano di un miliziano vigliacco, a volto coperto, che minaccia: “L’attentato a Manchester è solo l’inizio”.
Georgina Callander è la prima vittima a cui la polizia inglese ha saputo dare un nome. Aveva appena 18 anni, studiava al Rusnhaw College ed era una grande fan di Ariana Grande. Su Facebook c’è ancora il selfie scattato accanto alla cantante americana. Sorride, felice: non poteva sapere cosa l’odio islamista le avrebbe fatto. Alla Manchester Arena, al termine del concerto di ieri sera, sono stati ammazzati altri ragazzini come Georgina. Non che la loro vita valga di più delle altre falciate via dagli attentati che, negli ultimi anni, hanno insanguinato il Vecchio Continente.
Hanno, però, un impatto più forte. Perché ti colpiscono come un pugno allo stomaco, perché ti spiegano che si può fare davvero poco per proteggerli da questa barbarie, perché capisci che il mondo che gli stai consegnando è fatto anche da bestie che non si fermano nemmeno davanti ai loro teneri occhi. Bestie che aspettano che i fan escano dal concerto per colpirli e fare più morti possibile. Bestie, appunto.
L’esplosione alla Manchester Arena, poco dopo le 22.30, ha fatto tremare l’area del foyer. Que ragazzini stavano cominciando a uscire e sullo stadio si stava riversando una pioggia di palloncini rosa. L’ordigno rudimentale ha devastato tutto. I chiodi, con cui era stato riempito, sono partiti e hanno lacerato i corpi dei ragazzini che si trovavano nelle vicinanze. I genitori, che li avevano accompagnati al concerto, non hanno potuto difenderli. Se anche avessero saputo quello che stava per succedere e, come è logico, si fossero messi di traverso facendo scudo col proprio corpo, sarebbero stati distrutti dalla furia esplosiva. E così è stato. Il bilancio finale è di 22 morti e di una sessantina di feriti. “In nome di Allah, il misericordioso e il generoroso, questo è solo l’inizio – annuncia un video recuperato da Site su Twitter – i leoni dello Stato islamico stanno cominciando ad attaccare tutti i crociati. Allah Akbar, Allah Akbar”.
Non è la prima barbarie contro i bambini con cui si deve confrontare l’Europa. La scorsa estate, lungo la Priomenade des Anglais di Nizza Mohammed Bouhlel aveva spinto un camion contro le famiglie accorse a vedere i fuochi di artificio. Tra gli 87 morti c’erano anche banbini di 2, 4 6 e 8 anni. Lungo la scia di sangue dell’islamista tunisino la polizia francese aveva trovato un piccolo sandalo a infradito di colore rosso e blu, due passeggini accartocciati uno sull’altro, un album di figure da colorare, un lecca lecca gigante ancora nella sua confezione. E, ovviamente, le bambole. Quel posto era stato scelto proprio per ammazzare famiglie con bambini al seguito. “Se punti il camion in quella direzione, sai cosa stai facendo -aveva detto un sopravvissuto alla strage di Nizza – sai che non troverai davanti a te solo degli infedeli, ma anche degli innocenti che tengono per mano il loro papà”. D’altra parte se Bouhlel ha puntato il tir dritto contro la giostra, sapeva chi avrebbe ucciso. E, infatti, quattro bambini sono stati schiacciati proprio sulla balaustra. E se ieri il terrorista si è fatto saltare in aria all’uscita del concerto di Ariana Grande, lo ha fatto solo per ammazzare ragazzini e bambini. Una bestia senza dignità.
IL GIORNALE