Addio a Laura Biagiotti, negli anni ’80 lanciò il Made in Italy nel mondo

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Laura Biagiotti

gianluca lo vetro
 

In un soffio, come il suo celebre stile da bambola, Laura Biagiotti, classe 1943, se n’è andata. La morte della stilista è avvenuta questa mattina alle 2.47 nell’ospedale Sant’Andrea di Roma dove era stata ricoverata mercoledì sera alle 21,30 in seguito a un malore per problemi cardiaci. Nella notte le condizioni si sono subito aggravate per una presunta morte cerebrale poi accertata. Laura Biagiotti lascia la figlia unica Lavinia già da tempo al suo fianco nella guida della maison.

 UNA COLONNA DEL MADE IN ITALY

Scompare così, una delle colonne portanti di quella generazione del made in Italy, Armani, Ferrè e Versace, che negli anni ’80 lanciò la moda italiana nel mondo. Insieme a Krizia e alle sorelle Fendi, Laura fu una delle poche donne a tenere alta la bandiera del fenomeno. Negli anni ’80 il New York Times la incoronò “Regina del Cachemire” per la capacità di lavorare e trasfigurare questo filato sino farlo sembrare una pelliccia di mongolia.

Laura Biagiotti però era anche la stilista del lino bianco per i celebri camicioni da bambola. E poi del rosso. Lo amava come i rubini che infilava alle dita e i coralli che portava al collo insieme alle forbici scaramantiche. Non è tutto. Biagiotti è stata anche la prima stilista a sfilare in Cina nell’88 e al Cremlino nel ’95.

 

 

 

UNA MECENATE: DAL SACCHETTO AL CAMPIDOGLIO

Laura Biagiotti è stata una donna di grande cultura: una delle poche stiliste che non sbagliava i congiuntivi. Profetico il sacchetto delle sue boutique disegnato da René Gruau. Se per il Giubileo del 2000 ha restaurato la scalinata della Cordonata del Campidoglio di Roma, nel 2007 ha finanziato il recupero delle due fontane di piazza Farnese. Mentre, a Venezia ha ripristinato il sipario del teatro La Fenice. Non è tutto. A Roma ha donato 170 opere di Balla collezionate con il marito Gianni Cigna, nella fondazione Biagiotti Cigna.

 

ANSA

Laura Biagiotti con la figlia Lavinia

 

LAURETTA BIRI-BIRI

Molti nella moda piangono sentitamente questa protagonista del fashion system. Soprattutto per il suo tratto dolce, familiare e di grande signorilità. Per la sua voce flautata quasi pigolante, era ribattezzata affettuosamente “Lauretta Biri-Biri”. (Anche se nel guanto di velluto, o meglio di cachemire, c’era un polso d’acciaio). Prima del lavoro però è sempre venuta la famiglia: il ricordo della mamma Delia, dell’adorato marito Gianni (forse ha iniziato ad ammalarsi di cuore per il dispiacere della sua scomparsa prematura) e la presenza costante della figlia Lavinia. Ogni sera non si coricavano senza un bigliettino della buona notte.

LA STAMPA

 

 

 

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