Addio a Laura Biagiotti, fu la prima a finanziare il restauro di un monumento della sua Roma

di LAURA MARI

Donna di cultura, grande manager, mecenate e signora della moda. Legata alla capitale per nascita e lavoro, per la stilista Laura Biagiotti Roma è sempre stata, come lei stesso ha dichiarato in varie interviste, “una sorta di Itaca da cui ripartire e mai distaccarsi”.

Nata il 4 agosto 1943 vicino a Porta Latina, “la regina del cachemire” (come l’ha definita il New York Times) a sei anni si trasferì con mamma Delia e papà Giuseppe in via Salaria, nei pressi di piazza Fiume. Un quartiere che è sempre rimasto nel cuore della “signora in bianco”, che nelle serate estive o nelle rare giornate libere da impegni amava ripercorrere le vie più belle della capitale per ammirare monumenti e piazze. “Adorava girare in auto, nel silenzio della sera, per godere della bellezza della Città Eterna” ricorda Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e del reparto Tessile e abbigliamento dell’Unione industriali.

Dalle catacombe di Priscilla ai viali di Villa Borghese, Laura Biagiotti era una grande amante di Roma, a cui ha dedicato anche una linea di profumi. “Il suo merito è stato proprio quello di portare la città nel mondo, ma anche il mondo nella città – dice Dominella – È stata una grande stilista riconosciuta a livello internazionale, avrebbe potuto trasferire il suo atelier di prêt-à-porter in altre città più vantaggiose, invece è rimasta nella capitale e bisogna riconoscere che ha avuto un grande coraggio, perché questa città restituisce poco alla moda”.

Ma Biagiotti ha fatto di più. Ha creduto nella grande bellezza di Roma e, prima fra tutti mecenati (Fendi per la fontana di Trevi e Bulgari per la scalinata di Trinità dei Monti), ha investito sul suo patrimonio artistico della città. Nel 1998, infatti, il marchio Laura Biagiotti Parfums ha finanziato il restauro della Scala Cordonata del Campidoglio, disegnata da Michelangelo. E qualche anno dopo, nel 2007, ha contribuito al restauro delle fontane di piazza Farnese. “Ha dato lustro alla capitale con il suo lavoro e l’amore per l’arte e la cultura” sottolinea lo stilista Renato Balestra. “Roma non è mai stata vicina alla moda – ammette – ma nonostante questo Laura Biagiotti non l’ha mai abbandonata. Era una donna di una gentilezza estrema, cortese, garbata. E in questo momento di lutto il pensiero e l’affetto vanno alla figlia Lavinia, che in questi anni ha già dimostrato di avere competenza e determinazione sufficienti a prendere le redini della maison di famiglia”.

Stilista delle star internazionali, Biagiotti ha vestito anche molti nomi dello spettacolo romano, dall’amica Romina Power a Nancy Brilli, passando per Mara Venier. E alcuni gilet del cantante Renzo Arbore furono realizzati proprio da Laura Biagiotti, che per i disegni si ispirò ad alcune opere di Giacomo Balla. Dell’artista futurista, del resto, Biagiotti custodiva una delle più importanti collezioni italiane. Conservate nel Castello di Marco Simone a Guidonia (abitazione e quartier generale della maison che la stilista ha fatto restaurare assieme al marito Gianni Cigna) le opere di Balla della couturière romana sono state prestate anche a vari musei, tra cui il Chiostro del Bramante (nel 1998) e l’Ara Pacis (nel 2009).

Ma la vita di Laura Biagiotti è legata a doppio filo, oltre che a Roma, anche a Fregene. Il litorale romano, infatti, era per lei una sorta di buen retiro dove trascorrere, nella sua seconda casa, vacanze e riposo, organizzando ogni anno, nel giorno del suo compleanno, una festa su quella spiaggia del Villaggio dei Pescatori che ancora oggi molti chiamano “spiaggia Laura Biagiotti”.

Un nome, quello dello stilista, che in tutto il mondo è sinonimo di Roma, di una maison che ha fatto grande la moda italiana e di una città che deve tanto a una donna-stilista-imprenditrice-mecenate che ha sempre creduto e investito nella bellezza e nel patrimonio della capitale.

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