Voucher: depositato il testo modificato, ma gli orlandiani frenano e Mdp minaccia la rottura
MILANO – Libretto di famiglia e contratto occasionale. Sono questi gli strumenti che il partito democratico mette in campo per colmare il vuoto lasciato dall’abolizione dei voucher. Le misure sono contenute in una nuova bozza di emendamento presentato a tarda sera in Commissione Bilancio alla Camera dal relatore, Mauro Guerra. Il testo depositato non si discosta molto dalle bozze circolate e Guerra ha detto che è stato elaborato con l’obiettivo “di costruire le condizioni per ottenere il maggior consenso possibile”. Ma i contenuti anticipati e il testo anche così modificato rischiano comunque di spaccare la maggioranza e mettere a rischio persino la tenuta del governo.
Guerra ha depositato un pacchetto di 10 emendamenti; tra questi anche uno per superare la sentenza del Tar che ha annullato la nomina di 5 direttori stranieri dei musei.
In mattinata a dominare la scena era stato il possibile scontro tra governo e Pd. Secondo quanto ricostruito da Repubblica – attorno ai buoni lavoro sarebbe salita la tensione tra il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e il Pd. Con il primo che avrebbe espresso riserve sulla reintroduzione di una nuova tipologia di buoni e i renziani intenzionati invece ad andare fino in fondo con una soluzione che mira a mettere in difficoltà proprio il premier.
Uno scenario smentito dalle parti in causa. Prima da Palazzo Chigi, che aveva parlato di “fantasiosi retroscena” specificando che – a proposito dei buoni lavoro – “si tratta di strumenti indispensabili per evitare che tali prestazioni si svolgano in nero. Non è certo la reintroduzione dei voucher che il governo aveva abrogato. E’ diverso lo strumento, è del tutto diversa la platea”. A stretto giro era arrivata anche la precisazione di Rosato, capogruppo dem, che si era detto pronto a ritirare l’emendamento se questo fosse stato l’intendimento dl governo. Da ultima era intervenuta Anna Finocchiaro, spiegando che “non esiste nessuna tensione tra il governo e il Partito democratico” e garantendo che “la proposta di emendamento che sarà presentata in Commissione rispecchierà totalmente la volontà dell’esecutivo in materia di regolazione del lavoro occasionale”.
Tutte le rassicurazioni di giornata, però, non sono bastate a ricucire del tutto le fratture nel Pd. La componente orlandiana, infatti, ha deciso di non partecipare al voto in commissione Bilancio se lo strumento sostitutivo dei voucher pensato dal governo dovesse essere confermato anche per le imprese, mentre ancora più decisa è la posizione di Mdp. Secondo Mdp, che anche ieri ha minacciato l’apertura di una crisi in caso di reintroduzione dei voucher, anche la nuova formulazione dell’emendamento – quella che parla appunto di libretto di famiglia e contratto occasionale – rappresenterebbe indirettamente un modo per riportare in vita i vecchi strumenti. È “alquanto inusuale ed estremamente grave produrre un intervento” per sostituire i voucher “in una manovra di revisione dei conti pubblici. Tecnicamente si tratta di un furto di referendum”, ha attaccato Arturo Scotto di Mdp in commissione Bilancio della Camera, dove si sta discutendo dellla questione. Scotto ha fatto un “estremo appello: togliere di mezzo la questione, lasciando al massimo” le regole per le famiglie “e aprire discussione con le parti sociale”. Roberto Speranza parla di “vulnus democratico” aggiungendo: “Non c’è voto di fiducia che tenga”, sul tema dei voucher “Articolo 1 non è disponibile”. “Qui in un colpo solo si dà un segnale sbagliato sul lavoro, ripristinando uno strumento di precarietà – e su questo era opportuno discutere nel merito – e si mina la credibilità di un istituto referendario previsto dalla Costituzione. E su questo punto c’è un evidente rottura”.
Anche Susanna Camusso mette in guardia il governo e si dice pronta a riccorrere alla Consulta: “Lo ribadiamo, se il governo dovesse reintrodurre i voucher, come appare in queste ore, ricorreremo alla Corte Costituzionale”, ha detto Camusso. Rispetto alla bozza dell’emendamento alla manovrina – ha aggiunto – “lo strumento è identico ai voucher, ma la platea dei destinatari è più larga”.”Qualcuno dice che sia una soluzione del tutto diversa da quella dei voucher, ma non è vero – ha attaccato – . Siamo di fronte a un meccanismo assolutamente analogo che non è un rapporto di lavoro”. Il rientro dei voucher, ha concluso, “non ha padri, salvo i consiglieri di palazzo Chigi”.
“Le cose che stanno circolando – ha attaccato ancora la leader Cgil dicono che siamo a un’esatta riformulazione di quello che che c’era, mi pare che si stia creando un gran pasticcio con una sola logica, quella di continuare a svalutare il lavoro rendendolo precario e mi pare un meccanismo pieno di scappatoie, con tutti i trucchi possibili. C’è chi parla di contratto e non c’è nulla che faccia pensare a un rapporto di lavoro”
REP.IT