Tra i passeggeri prigionieri della British Airways ostaggi di un computer
La British Airways si augura di poter «tornare alla normalità» stamane allo scalo di Gatwick e di «riprendere la maggior parte dei voli» a quello di Heathrow dopo i seri problemi registrati al sistema informatico che gestisce gli scali e che da ieri ha costretto la compagnia a cancellare tutti i voli.
«Lasciate stare, meglio se tornate a casa o andate in hotel». Ieri pomeriggio, terminal 5 di Heathrow. Questo il consiglio che si sentono dare centinaia di passeggeri. Stessa storia a Gatwick. Due dei principali aeroporti londinesi congestionati per ore. Per la sesta volta quest’anno, il sistema informatico della compagnia British Airways è collassato. I computer sono andati in tilt già in mattinata, verso le 11. Cancellati centinaia di voli da e per Londra. A terra migliaia di persone. Una giornata di caos, disagi e inutili attese.
Nelle prime ore il Daily Mail parla di un cyberattacco in grande stile. Un’ipotesi che fa pensare al peggio, in una Gran Bretagna ancora sconvolta per l’attacco kamikaze di lunedì sera a Manchester.
Ma la compagnia – in serata – precisa: «La causa principale è stata un problema di alimentazione elettrica Non abbiamo prove che si tratti di un hackeraggio». Poche, però, le informazioni ufficiali condivise. Anche nell’area partenze di Heathrow. «Non ci hanno detto nulla, solo di metterci in fila per avere delle informazioni dal tavolo dei check in», lamenta Rachel, 52 anni, in partenza per Berlino. Anche i tabelloni elettronici non aiutano: solo il numero e l’orario di partenza del volo. Orario previsto, s’intende. A un certo punto sembra di essere parte della scenografia del film “The Terminal”, quello con protagonista Tom Hanks: entrati in aeroporto non si può più uscire, salvo perdere ogni informazione sul proprio volo. «Sono in coda da 4 ore, il mio aereo dovrebbe essere già decollato. E probabilmente mi diranno che non partirò oggi», racconta sconvolta Marie, diretta a Belfast. Il poco sollievo arriva solo dalle bottigliette d’acqua distribuite dal personale dell’aeroporto. La app della compagnia non funziona. Il sito va e viene, ma anche quando è online non dà notizie live su cosa stia accadendo.
L’illusione
A un certo punto si diffonde una voce semi-ufficiale tra gli uomini della British Airways: «I voli in partenza dopo le 18 saranno effettuati». L’entusiasmo è spento dalle notizie che arrivano dallo smartphone un’ora dopo. «Tutti i voli sono annullati», legge a voce alta un uomo. La notizia si diffonde. Si spegne ogni speranza. Il consiglio, per chi deve arrivare al terminale, è di restarsene a casa. Ma la rabbia resta. Si sfoga sulle tastiere dei cellulari dove la compagnia viene messa. «È una carneficina», scrive su Twitter una donna. Al terminal 5 di Heathrow, invece, il clima resta “british”: poche le proteste, nonostante le ore passate ad aspettare di fare un check-in che mai si farà. I più fortunati riescono a prenotare un albergo nelle vicinanze dell’aeroporto. Gli altri devono arrangiarsi o tornare a casa. Anche se la compagnia in serata assicura che tutti i passeggeri saranno rimborsati. Coinvolti anche numerosi viaggiatori in partenza per l’Italia, con destinazione Roma e Milano. Costretti a rimanere a Londra almeno per un’altra notte.
Le accuse
In serata il sindacato Gmb accusa il management della compagnia: «Il problema è che, per risparmiare, hanno trasferito centinaia di posti di lavoro in India. E ora non hanno più un controllo diretto sui propri computer». La British Airways, integrata al gruppo ispanico-britannico Iag (che include anche le spagnole Iberia e Vueling e l’irlandese Aer Lingus), respinge al mittente: «Non comprometteremmo mai l’integrità e la sicurezza dei nostri sistemi informatici». Anche se non è più un caso isolato: l’anno scorso a giugno e settembre, il vettore britannico aveva subito un grave problema tecnico al programma che regola il check-in a livello globale. Ma quest’ultimo incidente avviene nel momento peggiore: all’inizio di un lungo weekend (domani è festivo in Gran Bretagna, ndr), e con gli studenti delle scuole dell’obbligo che hanno appena iniziato una vacanza di metà anno lunga una settimana.
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