Chi stanga Airb’n’b e Flixbus stanga il futuro
Nelle scorse ore abbiamo avuto due brutte notizie riguardanti alcuni tra i settori economici più dinamici, la cui esistenza è stata resa possibile dalle nuove tecnologie.
Innanzi tutto, è stato pubblicato il testo sugli affitti brevi e la sua caratteristica è di moltiplicare obblighi, prelievi tributari, permessi e via dicendo. Il vivace mondo della «share economy» applicata alle abitazioni, che per esempio in una città come Milano ha dato un impulso forte al turismo, rischia di essere depresso in modo significativo. Il rischio è di assistere a un effetto simile a quello che si ebbe in tema di sigarette elettroniche, un settore che aveva creato posti di lavoro ed è stato distrutto da una norma che ha soffocato quella che sarebbe dovuta essere una gallina dalle uova d’oro.
Per giunta, a seguito dell’iniziativa di un deputato del Pd, si è di nuovo messo un bastone tra le ruote a Flixbus, l’impresa tedesca che usando Internet ha valorizzato tante aziende di trasporto locale su gomma e ha quindi creato una grande flotta di autobus low cost. La Commissione Bilancio della Camera ha ripristinato il testo del Milleproroghe, che successivamente era stato modificato.
Come Airbnb nell’ambito degli affitti di pochi giorni (che ha consentito a chiunque di farsi albergatore, affittando una stanza che non utilizza o anche il proprio appartamento quando si è trova altrove), Flixbus è una realtà che permette di esprimere tutte le proprie potenzialità anche a piccole società senza troppi capitali. Ma è chiaro che ogni novità imprenditoriale mette in discussione equilibri già consolidati ed è egualmente evidente che nel Paese delle corporazioni tutto va bene, meno che la concorrenza.
Quello che sta avvenendo nel campo dei micro-affitti cittadini è ancora più preoccupante. Mentre nella logica dell’economia condivisa stavamo assistendo al fiorire di spiriti imprenditoriali, le nuove disposizioni sembrano pensate per porre fine a tutto ciò. Basti dire che si parla addirittura di obbligo di partita Iva per chi mette a disposizione un posto al turista di passaggio. E oltre a ciò anche per poter concedere l’utilizzo di una semplice camera sarà necessaria un’autorizzazione: creando uno sbarramento che ben pochi avranno voglia di superare.
Da dove viene tutto questo? Questa volontà di regolare è in larga misura conseguente alla mentalità che da tempo domina, in Italia, uomini di partito e alta burocrazia. E certo pesa anche l’azione lobbistica di chi teme di essere penalizzato dalle camere di Airbnb e dalle corriere di Flixbus.
Però c’è anche altro. Perché dobbiamo essere consapevoli che quest’Italia a pochi passi dal burrone (a causa di un debito ormai stratosferico) ha bisogno di intercettare ogni centesimo. E poco importa se questo continuo salasso di risorse rischia di distruggere un’intera società, obbligando le nuove generazioni a prendere la strada dell’emigrazione.
IL GIORNALE