Milano (-0,4%) giù con le banche, petrolio sotto i 48 dollari
–di Eleonora Micheli
Chiusura contrastata per le Borse europee (segui qui i principali listini), che hanno più volte cambiato la direzione di marcia, anche se i principali listini continuano ad attestarsi in prossimità dei massimi dell’anno. Ha pesato l’andamento del greggio, con il wti, contratto con consegna a luglio, scambiato sotto la soglia dei 48 dollari al barile (segui qui Brent e Wti). In più l’incertezza che si potrebbe aprire se gli Stati Uniti facessero marcia indietro dall’accordo di Parigi sul clima, gli ultimi dati poco convincenti sull’economia americana e l’attesa per l’importante dato sul mercato del lavoro Usa in calendario venerdì hanno incoraggiato un atteggiamento prudente. Questa sera inoltre sarà pubblicato il Beige Book. In Europa la frenata dell’inflazione, passata dall’1,9% di aprile all’1,4% di maggio, ha rafforzato l’ipotesi che la Banca centrale europea continuerà a portare avanti la politica monetaria ultra-accomodante, come ribadito più volte dal numero uno, Mario Draghi. Milano ha chiuso le contrattazioni in ribasso dello 0,4%, Parigi dello 0,42%, mentre Francoforte è salita dello 0,13% e Madrid ha chiuso sulla parità. Lo spread italiano si è portato a 187 punti, migliorando da ieri anche se rimane il dubbio sulla data delle elezioni che potrebbero essere anticipate al prossimo autunno.
Le banche zavorrano Piazza Affari
A Piazza Affari sono andate male le azioni delle banche, nel giorno in cui Ignazio Visco, il governatore di Bankitalia, ha puntato l’indice sui crediti deteriorati degli istituti, che assieme al debito pubblico, sono uno dei due fattori di debolezza che riducono i margini di manovra dello Stato e degli intermediari. Il governatore ha inoltre indicato che alcune banche in difficoltà potrebbero dover vendere in tempi rapidi circa 20 miliardi di crediti a un prezzo così basso da dover fare ulteriori rettifiche nell’ordine di 10 miliardi. Visco ha comunque rassicurato che il sistema bancario italiano «non è in crisi». Banco Bpm ha perso il 2,67%, Ubi il 3,28% e Bper il 2,5%. Fuori dal paniere principale, sono scivolate di oltre il 6,5% le Banca Carige, dopo che l’azionista di riferimento Vittorio Malacalza, con il 17,5% delle azioni, ha presentato una mozione di sfiducia conto l’ad, Guido Bastianini.
Mediaset ancora pesante, exploit di Atlantia
Hanno continuato, come ieri, a perdere quota le Mediaset (-4,5%), penalizzata dall’ipotesi che Vivendi alla fine deciderà di vendere la propria partecipazione attorno al 30%, dopo il verdetto espresso da Bruxelles sulla posizione del gruppo transalpino in Telecom e alla luce del diktat dell’Agcom. Le Atlantia hanno messo a segno un progresso dell’1,4%, sull’ipotesi che vada in porto l’operazione di conquista di Abertis, anche alla luce del fatto che si stanno facendo avanti pretendenti per la partecipata del gruppo iberico, Cellnex. Bene Italgas (+2,1%), dopo la volata di ieri e nel giorno della diffusione del piano industriale. Mozione che verrà discussa dal cda del prossimo 9 giugno.
Wall Street apre con nuovo record per Nasdaq, Dj poco mosso
L’ultima seduta di maggio a Wall Street è iniziata in rialzo con il Nasdaq che ha raggiunto un livello record e si appresta ad archiviare il settimo mese di fila in rialzo; per Dow Jones e S&P 500 sarà il sesto. A livello settoriale, quello energetico continua come ieri a essere il peggiore con il petrolio che precipita a causa del persistere di timori su scorte mondiali in eccesso nonostante gli sforzi dell’Opec. Gli investitori guardano agli sviluppi politici, con Donald Trump che sembra pronto a ritirare gli Usa dallo storico accordo sul clima di Parigi nonostante 300 aziende Usa abbiano consigliato il contrario. Oggi il presidente Usa accoglierà alla Casa Bianca il premier vietnamita; sono previsti accordi da 17 miliardi di dollari per beni e servizi Usa. Intanto la Fed si prepara ad alzare i tassi a giugno anche se sempre più membri stanno dando voce a preoccupazioni per un’inflazione che rimane sotto la crescita annua del 2% da 58 mesi; all’indomani del dato preferito dalla banca centrale Usa per misurare l’inflazione, il pce, Robert Kaplan (presidente della Fed di Dallas) si è detto «preoccupato» della recente debolezza del dato. Ieri Lael Brainard, membro del board della Fed, ha fatto capire che se un’inflazione soft persiste la rotta della politica monetaria potrebbe cambiare.
Inflazione europea in calo all’1,4%, disoccupazione ai minimi dal 2009
Il tasso di inflazione annuo a maggio in Eurolandia è stimato all’1,4%, in calo dall’1,9% di aprile. Lo comunica Eurostat, che indica che, considerando i principali componenti dell’inflazione della zona euro, l’energia dovrebbe aver registrato il tasso annuale più elevato a maggio, pari al 4,6% (7,6% in aprile), seguita da alimentari, alcolici e tabacco (1,5%, stabile rispetto ad aprile), servizi (1,3%, da 1,8% in aprile) e beni industriali non relativi al settore energia (0,3%, stabile rispetto ad aprile). Eurostat pubblicherà il 16 giugno i dati definitivi dell’inflazione di maggio, inclusi quelli relativi ai singoli Paesi di Eurolandia. Sul fronte del mercato del lavoro, la disoccupazione nella zona euro registra il 9,3% ad aprile 2017, in calo rispetto a marzo (9,4%) e rispetto al 10,2% dell’aprile 2016. E’ il miglior dato da marzo 2009.
Istat, disoccupazione scende all’11,1%, minimo da 2012. Rallenta inflazione
Il tasso di disoccupazione in Italia è sceso all’11,1% ad aprile, con un calo di 0,4 punti percentuali su mese e di 0,6 punti su anno, toccando il minimo da settembre 2012. Nel mese diminuiscono i disoccupati, del 3,5% su mese pari a -106mila persone senza lavoro e del 4,8% pari a -146 mila. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è rimasto stabile ad aprile al 34%, il minimo già registrato a marzo da febbraio 2012. Il tasso di occupazione è salito al 57,9%, con un aumento di 0,2 punti percentuali su mese e di 0,7 punti su anno, il livello più alto da febbraio 2009. Sul fronte dei prezzi, nel mese di maggio, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% su base mensile e registra un aumento dell’1,4% rispetto a maggio 2016 (era +1,9% ad aprile).
L’euro torna torna sopra quota 1,12 dollari
Sul fronte dei cambi, l’euro si è rafforzato rispetto al biglietto verde: passa di mano a 1,1248 dollari (ieri a 1,1188 dollari). Vale inoltre 124,32 yen, mentre il dollaro/yen è pari a 110,52.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)