Assalto a Manila, è l’offensiva del Ramadan

REUTERS

Il luogo dell’assalto nella capitale filippina

giordano stabile
inviato a beirut

L’Isis rivendica un altro attacco, l’ennesimo della sua offensiva del Ramadan, questa volta nelle Filippine, dove un terrorista, forse due, con tute mimetiche, passamontagna neri, fucili mitragliatori hanno dato l’assalto al Resort World, un grande complesso turistico nella zona portuale della capitale dell’arcipelago, non lontano dall’aeroporto, con hotel, casinò, cinema, teatri, un centro commerciale.

 Era l’una e mezza di notte, ma moltissime persone affollavano i locali, soprattutto le sale delle slot machine. Un’esplosione ha preceduto raffiche di mitra. Dalle finestre dell’ultimo piano dell’albergo si sono levate fiamme e fumo mentre i clienti ai piani inferiori correvano gridavano e cercavano scampo. Un primo bilancio della Croce rossa filippina (Prc) parlava nella notte di «almeno 25 feriti», molti gravi, ma non era ancora chiaro se c’erano morti, e se i terroristi avevano persone in ostaggio.

 

La situazione era estremamente confusa. Il capo della polizia cercava di minimizzare, sosteneva che in realtà il terrorista, solo uno secondo gli agenti, non aveva «mirato» alle persone e «non c’erano feriti». Secondo media locali, l’uomo ha «sparato e poi è fuggito». Un responsabile della Prc, Fernando Atienza, precisava invece che «molti turisti erano intrappolati dentro» e altri si erano feriti «saltando dal secondo piano per fuggire».

 

Le teste di cuoio dei reparti anti-terrorismo hanno circondato l’hotel, l’aeroporto è stato chiuso per timore di un secondo attacco mentre anche il presidente americano Trump, «addolorato», veniva «tenuto aggiornato» degli sviluppi. Perché a meno di mezz’ora dall’inizio dell’attacco arrivava anche la rivendicazione dell’Isis, su un account Twitter di un suo combattente filippino, apparentemente dalla città di Marawi, occupata una settimana fa dagli islamisti.

 

«Lupi solitari, soldati del Califfato hanno attaccato il cuore della città miscredente di Manila», recitava il messaggio. L’Isis è presente in forze nell’isola meridionale di Mindanao, l’unica a maggioranza musulmana. A Marawi, 200 mila abitanti, resistono alcune centinaia di jihadisti, circondanti da una brigata dell’esercito inviata dal presidente Rodrigo Duterte che ha proclamato lo stato di emergenza.

 

È la prima volta che l’Isis lancia un’operazione di così larga scala e allarga i suoi orizzonti dall’Europa all’estrema punta sud-orientale dell’Asia, anche se non è ancora certo che l’attentato di Manila sia opera sua e sia nel solco dell’offensiva di Ramadan che ha avuto il suo preludio con il massacro di Manchester, è proseguita con i cristiani copti uccisi a sangue freddo in Egitto, i bambini trucidati mentre prendevano il gelato nel centro di Baghdad, il camion bomba che ha devastato il quartiere diplomatico di Kabul, quasi cento morti.

LA STAMPA

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