“La parata del 2 giugno? No, grazie”. L’evento spacca i sindaci dei paesi terremotati

flavia amabile
roma

Avrebbe dovuto essere il grande colpo d’occhio dell’Italia unita che prova a risollevarsi dopo il terremoto. Sarà ancora una volta lo specchio di una frattura che non si sanerà facilmente: da un lato i sindaci dell’area del terremoto che hanno deciso di essere presenti e di dialogare con il mondo della politica, dall’altro i sindaci che preferiscono restare a casa. Ci sarà Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, presente anche al ricevimento ai giardini del Quirinale. Non ci sarà il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci: “Il mio 2 giugno sarà qui, è giusto trascorrere dove le macerie sono ancora intatte la festa della Repubblica, non dove ci hanno dimenticati”.

 

Ci sarà il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, ma non ci sarà quello di Visso, né quello di Camerino, altri due comuni duramente provati dal terremoto. “A Roma? La parata? No, sono andato oggi a Roma per incontri istituzionali, lasciamo perdere le parate”, risponde Gianluca Pasqui che è alle prese con le difficoltà di un grande centro come Camerino dove soltanto da poco hanno iniziato a spostare le macerie.

LA STAMPA

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