Con i voucher, introdotto il salario minimo garantito
dal nostro inviato LUCA PAGNI
TRENTO – “Con i nuovi voucher viene introdotto per la prima volta in Italia il salario minimo garantito”. Dichiarazione pesante, che farà discutere. Perché il tema provoca divisioni politiche. E un possibile ricorso alla Consulta, come minaccia la Cgil. Ma soprattutto perché arriva da Tito Boeri, presidente dell’Inps, l’organismo statale che giocherà un ruolo fondamentale per controllare la nuova normativa legata ai voucher, e anche perché Boeri è da sempre un economista considerato vicino al centrosinistra.
Il nuovo contratto di prestazione, ha detto Boeri parlando alla presentazione del Festival dell’economia di Trento, stabilisce “minimi retributivi orari, molti diversi dal voucher: è la prima volta che si introduce un salario minimo”. A suo avviso, in questo modo si potrà combattere come mai in precedenza il lavoro nero, visto che “sarà gestito interamente dell’Inps, sapremo tutto del lavoratore e del datore di lavoro prima che prestazione venga svolta”.
Per Boeri, il nuovo modello di contratto è un tentativo apprezzabile di combattere il lavoro nero: “Costituisce un forte deterrente ed eventuali tentativi di abuso”. Boeri ha aggiunto che l’Inps è già pronta: “Abbiamo già fatto tutti i passi necessari per creare la piattaforma sul sito che consentirà la tracciabilità della prestazione e tutti i controlli mentre viene svolta”.
Non è un caso se Boeri ne ha parlato introducendo il tema della nuova edizione del Festival dell’economia. Quest’anno si parla di “salute diseguale” e di come le differenze di reddito e sociali influiscono sul benessere psicofisico dei cittadini. “Da quando è scoppiata la crisi sono aumentate le patologie mentali, e per più di metà dei casi sono legate alla disoccupazione”. Ma basterà un voucher per quanto tracciabile a invertire la tendenza?
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