Furgone sui passanti, serie di attacchi a Londra: «Sei persone e tre terroristi uccisi»
Attorno alle 22. 30 — le 23. 30 in Italia — di sabato 3 giugno Londra è stato oggetto di un attacco terroristico su un doppio fronte, nel quale sono rimaste uccise 6 persone. Scotland Yard lo ha descritto come «un attacco prolungato, iniziato a London Bridge e concluso a Borough Market. Tre i terroristi in azione, tutti uccisi infine dal fuoco degli agenti a Borough Market.
Secondo la ricostruzione di Scotland Yard, i tre hanno prima utilizzato un furgoncino per lanciarsi a tutta velocità e investite alcune persone sul ponte di London bridge , poi sono scesi e ne hanno ferite altre a coltellate. Quindi sono risalite sul mezzo e hanno proseguito per Borough Market, dove hanno accoltellato altre persone fra i ristoranti e i bar della zona. Lo scontro finale con la polizia è avvenuto 8 minuti dopo la prima chiamata di allarme davanti a Borough Market. Sarebbero almeno 30 le persone ferite (ricoverate in sei ospedali diversi) mentre le vittime tra i pedoni sono 6 , e sarebbero stati uccisi tutti i tre terroristi .
Il secondo attacco al Borough Market
I terroristi avrebbero agito all’interno di un bar del Borough Market, utilizzando coltelli dalla lunga lama e tirando fendenti all’impazzata. I residenti della zona intorno al London Bridge intanto hanno offerto ospitalità a chi è rimasto coinvolto nell’attentato. Un terzo allarme è scattato a Vauxhall, a oltre 4 chilometri dagli altri due luoghi, ma Scotland Yard ha poi precisato che «non ha nulla a che fare con i terroristi».
Gli attentatori e i giubbetti esplosivi falsi
I tre attentatori sono stati uccisi. Di uno di loro c’è uno scatto che porta la firma di un fotografo italiano, Gabriele Sciotto , che si trovava al momento dell’attacco nella zona di Borough Market. Nella foto l’attentatore a terra indossa una cintura con dei contenitori di liquido infiammabile attorno alla vita. La polizia britannica ha poi affermato che i giubbetti esplosivi erano falsi. Secondo alcuni testimoni, i terroristi avrebbero urlato: «Questo è per Allah». L’Unità di Crisi della Farnesina è al lavoro per verificare l’eventuale coinvolgimento di connazionali negli attacchi a Londra in stretto contatto con l’ambasciata d’Italia.
Le reazioni politiche
Downing Street riferisce che il primo ministro Theresa May è in contatto con le forze dell’ordine per seguire l’evoluzione della vicenda: si tratta di «un potenziale atto di terrorismo» quanto accaduto stanotte nel centro di Londra, ha detto. «Brutale e scioccante», ha replicato Jeremy Corbyn, leader dell’opposizione laburista. Anche il presidente Usa Donald Trump è stato informato dell’accaduto. «Qualunque cosa gli usa possano fare per aiutare Londra ed il Regno Unito, noi saremo al vostro fianco. Siamo con Voi, Che dio vi benedica», ha detto il presidente Usa, che non ha perso l’occasione per tornare ad affermare il «bisogno del “travel ban” (il divieto di ingresso negli Usa ai cittadini che provengono da 6 Paesi musulmani, bloccate da giudici federali, ndr) come di un livello extra di sicurezza».
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Polizia: «Scappate, silenziate il telefono e barricatevi»
«Scappare in un luogo sicuro», perché «questa è una opzione migliore che arrendersi o negoziare», e nascondersi, impostando il telefono in modalità silenziosa e barricandosi dentro. Sono le indicazioni che la polizia di Londra dà su Twitter ai residenti delle aree colpite stasera da quella che potrebbe essere una serie coordinata di attentati. Per accertare che tra i civili rimasti illesi non si celino terroristi la polizia ha scortato le persone lontano dalle zone colpite obbligandole a camminare con le mani sulla testa.
Una dinamica simile a quella sul Westminster Bridge
La dinamica ricorda quella dell’attentato del 22 marzo scorso al Palazzo di Westminster, quando un uomo uccise 5 persone percorrendo a tutta velocità il Westminster Bridge con un’auto a noleggio, travolgendo i pedoni, per poi schiantarsi contro il cancello del Parlamento. Stavolta l’attacco arriva a cinque giorni dalle elezioni britanniche che si terranno l’8 giugno. Preoccupa la serie ravvicinata di attacchi. Qui il commento di Marco Imarisio