Approvato il reddito di inclusione. A 660 mila famiglie da 190 a 485 euro mensili

Primo via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce il Reddito di inclusione in Italia, «una misura nazionale di contrasto alla povertà». Il provvedimento attua la delega approvata a marzo, rendendo operativo il Reddito d’inclusione (Rei). Il testo passa ora all’esame delle competenti commissioni parlamentari per i previsti pareri.

 Per il reddito di inclusione verranno stanziati «2 miliardi l’anno nei prossimi anni». Lo ha affermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto sul reddito di inclusione. «Il beneficio economico va da 190 euro a 485 euro, si parte da un componente poi si sale» le soglie di accesso «sono pari a 6mila euro e 3mila euro di soglia Isee», afferma Poletti. Quanto alle risorse al momento sul tavolo ci sono 1,7 mld che verranno incrementate a 2 mld l’anno a regime «con il riordino delle misure in campo e destinando una quota del Pon inclusione per il potenziamento dei servizi per la messa in carico», ha spiegato Poletti. La misura, rivista dalla Delega per la lotta alla povertà, «è uno strumento di carattere generale, universale, che fa riferimento a tutte le città e tutti i soggetti», spiega il ministro.

«Visti i soldi a disposizione verranno privilegiati i nuclei con figli minorenni, con disabili, donne in gravidanza o over 55 disoccupati», ha aggiunto, spiegando che la platea in questa prima fase sarà di «660mila famiglie, di cui 560mila con figli minori, quindi siamo in condizione di raggiungere già quasi tutto il target a cui puntiamo».

 


Il ministro si è poi soffermato sulla volontà del governo di «lavorare con continuità nella logica del sostegno all’inclusione avviata dal governo precedente con le sperimentazioni del Sia». Stiamo «lavorando in una logica molto forte di integrazione degli strumenti che agiscono per inclusione», ha detto, sottolineando l’importanza del «lavoro fatto con l’Alleanza contro la povertà». Due i pilastri del decreto indicati da Poletti: sostegno al reddito e presa in carico per l’inclusione”, con strumenti che andranno sia direttamente ai cittadini che «al potenziamento dei servizi e politiche attive», circa il 15% delle risorse. Strumenti «come questi hanno bisogno di una verifica permanente» per verificarne l’efficacia.

LA STAMPA

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