Gp del Canada, Hamilton in pole davanti a Vettel
Nel braccio di ferro tra Ferrari e Mercedes sul filo dei millesimi di secondo, sono le Frecce d’argento a spuntarla. La pole position del Gp del Canada è di Lewis Hamilton, che raggiunge Ayrton Senna con 65 partenze al palo e che si commuove quando riceve il casco che appartenne all’asso brasiliano, il pilota che da ragazzo era il suo preferito. La Rossa riesce a rimediare a una situazione complicatasi all’improvviso – la terza parte della qualifica non è stata esente da pecche, ma forse è giusto dire che la Mercedes ha messo sul tavolo tutto il suo potenziale – e salva se non altro la prima fila: Sebastian Vettel partirà infatti secondo, a 3 decimi dall’inglese e con più di un rimpianto per un paio di sbavature decisive. Ma alla prima curva, potrà attaccare di sicuro, perché la Ferrari ha un sistema di partenza che funziona molto bene. Accoppiate tra le due grandi rivali anche le posizioni in seconda fila: Bottas terzo e Raikkonen quarto. La battaglia è solo al primo atto. Ora un Gp che promette scintille
Raikkonen, brivido alla curva 4
La prima fase della qualifica comincia con il ricordo ancora vivo della dimostrazione di efficienza data dalla Ferrari nelle ultime prove libere: primo e secondo tempo per Vettel e Raikkonen, che hanno completato il lavoro della mattinata addirittura con un anticipo di 5 minuti.
La Mercedes per arrivare in qualche modo a ridosso della Rossa ha invece dovuto spingere a fondo e, con Hamilton, correre dei rischi. Le monoposto campioni del mondo fin qui hanno dimostrato di soffrire il terzo settore della pista, dove lo scarto ha raggiunto i 3 decimi. La Ferrari affronta il Q1 con le supersoft e nonostante monti una mescola meno performante rispetto alle ultrasoft (destinate a essere le gomme per la pole e per il grosso della gara) va in breve al comando con Raikkonen davanti a Vettel. La Mercedes entra in pista più tardi e sceglie, a differenza del Cavallino, di usare le gomme più veloci. Ma l’interrogativo è il solito: quanti giri occorreranno per ottenere il miglior rendimento? Nel P3 la risposta della pista è stata: tre tornate. Bottas comunque passa al comando, ma Vettel è secondo fino al momento in cui Hamilton non raggiunge il target di prestazione e si issa in vetta. Il compagno di squadra, peraltro, risponde. Uno-due Mercedes, ma Vettel è ad appena 3 decimi. Difficoltà invece per Raikkonen (solo nono dopo 15’ dei 18’), che si lamenta delle gomme e alla curva 4 “raschia” il muro senza però riportare danni. La frazione si conclude solo con un brivido per Wehrlein (testacoda alla curva 1 e impatto di coda contro le barriere) e con i primi verdetti: bocciati, oltre al tedesco della Sauber, ultimo, il compagno di team Ericsson, Magnussen con la Haas, Stroll con la Williams (zero gloria nella gara di casa per un giovane che proprio non ingrana) e Vandoorne con la McLaren, un altro pilota al di sotto delle attese soprattutto in relazione a Fernando Alonso, che guida la stessa e deludente macchina ma che riesce qua e là a cavare il sangue dalle rape
L’errore di Vettel
Al rientro in pista, tutti girano, secondo logica, con le ultrasoft (in gara va usata infatti la mescola con cui si ottiene il miglior tempo nella seconda fase della qualifica). Scaramucce d’assaggio, con Hamilton e Bottas comunque subito in vetta, e brividi sia per Sainz (testacoda senza consegunze) sia per Vettel, che va su un cordolo e poi perde per qualche frazione di secondo il controllo della Ferrari. Malgrado l’errore e il tentativo abortito, Seb riesce a essere quarto a 253 millesimi da Hamilton. Raikkonen si piazza invece tra le due Mercedes, mentre le Red Bull di Ricciardo e Verstappen sono al momento la prima alternativa al monopolio dei due team migliori. C’è tempo per un ultimo tentativo, ma Vettel, che si sente evidentemente tranquillo del tempo ottenuto, preferisce rimanere ai box. In effetti l’unico cambiamento al vertice riguarda Bottas, che scavalca Raikkonen al secondo posto. Prevedibile anche la selezione in coda: vanno sotto la doccia Palmer (Renault), Grosjean (Haas), Sainz (Toro Rosso), Alonso (McLaren), contento del dodicesimo posto dopo i chiari di luna di venerdì, e Kvyat (Toro Rosso). Quest’ultimo manca l’assalto al decimo posto di Hulkenberg a causa di una foratura riportata toccando un muretto: non è stato molto sensato proseguire e correre inutili rischi.
Lewis spaziale
Due Mercedes e due Ferrari davanti a tutti: questo ha detto il Q2. E i distacchi sono nell’ordine dei millesimi. Chi si aggiudicherà la pole? Vettel esce per primo, aprendo la battaglia dei 12 minuti decisivi. Seb passa in testa (1’12’’423), ma arriva subito la mazzata: il tempone è di Hamilton, 1’11’’791. Sarà difficile scalzarlo dalla vetta. E sarà dura anche levare Bottas, secondo il 1’12’’177, dalla prima fila. La Rossa, terza con Raikkonen (1’12’310 e più veloce del compagno), deve riposizionarsi per spezzare almeno il colpo di coda delle Frecce d’argento. Vettel, che forse può avere tre tentativi, spinge come un ossesso e al primo si piazza secondo a 4 millesimi da Hamilton, riconquistando la prima fila. Poi rientra e cambia le gomme: sarà l’ultimo a piombare sul traguardo. Il minuto conclusivo è di pura apnea. Bottas e Raikkonen non migliorano, Hamilton invece sì: 1’11’’459. Vettel ha un bloccaggio alla curva 1 e non riesce a ritoccare il suo tempo e a insidiare l’inglese. Ma se non altro, conquista la prima fila: dopo le dimostrazioni di forza di questi due giorni, può sembrare una piccola soddisfazione. Ma era prevedibile che la Mercedes, che comunque è sempre stata a tiro della Rossa, giocasse le sue carte migliori nell’ultima mano. Per Lewis c’è una gioia in più: raggiunto il suo idolo Ayrton Senna, come lui capace di 65 primi posti al sabato.
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