Elezioni comunali 2017, nei 5 Stelle parte subito il processo: «Chi ha deciso si faccia da parte»

Un effetto boomerang in Parlamento. L’esito delle elezioni Amministrative rischia di alimentare le lacerazioni in seno ai Cinque Stelle a Roma. Le prime proiezioni suonano come una doccia fredda: il Movimento sotto al 10 per cento a Parma, L’Aquila e Catanzaro. A cavallo del 20%, ma lontano dai ballottaggi, a Genova e Palermo. Dati che infiammano la polemica interna. La frattura tra ortodossi e pragmatici — esacerbata dalle tensioni sulla trattativa per la riforma della legge elettorale — potrebbe trasformarsi in scontro.

C’è chi lo dice apertamente. «Chi ha deciso la linea a Palermo e Genova deve assumersi le proprie responsabilità. E farsi da parte», dice un parlamentare. Il riferimento nemmeno troppo velato è all’area pragmatica e a Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera potrebbe tornare di nuovo sulla graticola, anche se le sue chance per la corsa a candidato premier sembrano difficili da scalfire.

Non mancano già i primi affondi: «Paghiamo il distacco dalle lotte che ci hanno contraddistinto: ci siamo messi a mercanteggiare senza ottenere nulla, se non perdere credibilità tra chi ci sostiene», rimbrotta un parlamentare. Qualcuno guarda già oltre e chiede apertamente che per la prossima legislatura gli over 40 possano essere candidati anche a Montecitorio (in questo momento le regole interne al Movimento non lo consentono) perché «ci sono troppo immaturi» alla Camera.

Insomma, la polveriera pentastellata potrebbe scoppiare nelle prossime ore. Quello che è certo è che il risultato potrebbe frenare eventuali nuovi blitz (non esclusi) sulla legge elettorale. Che le aspettative non fossero elevate — almeno nelle città capoluogo di regione — lo si era già intuito a urne aperte. Beppe Grillo in giornata aveva cercato di spostare l’attenzione dalle sfide principali nei capoluoghi. «Il Movimento 5 Stelle è presente con le sue liste in 225 Comuni ed è la forza politica nazionale più presente a questa tornata, il Pd infatti si presenta con il suo simbolo in appena 134 comuni», aveva scritto su Facebook. Al seggio genovese, il leader Cinque Stelle, poi, aveva criticato i giornalisti: «Voi dovete stare fuori da questa Repubblica, dovete sbloccare la democrazia andando in un altro Paese».

In serata la conferma dei numeri. Una doccia fredda che ridimensiona al momento le mire di governo dei pentastellati, anche se c’è chi tiene a sottolineare: «Si sa che storicamente i nostri dati alle Comunali sono inferiori rispetto ad elezioni Politiche ed Europee». Parole che suonano più come una giustificazione che come un grido di battaglia.

CORRIERE.IT

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