Raggi: basta migranti a Roma. Il Viminale: i soldi li avete presi

grazia longo
roma

Stop a nuovi migranti nella capitale. La sindaca Virginia Raggi, considerata la «forte presenza migratoria e il continuo flusso di cittadini stranieri», ha chiesto al ministero dell’Interno «una moratoria sui nuovi arrivi». E ha ribadito il suo «no» a nuove ondate di profughi e richiedenti asilo in una lettera inviata al prefetto di Roma Paola Basilone.

 «Trovo impossibile, oltre che rischioso – ha scritto – ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale». Per rafforzare la sua presa di posizione, la sindaca ha inoltre postato su Facebook l’augurio che «davvero il governo tenga conto di queste mie parole e chiederò un incontro al responsabile del Viminale per intervenire sul tema degli arrivi incontrollati».

Linea dura anche sui campi nomadi, questa volta a firma del leader Cinquestelle Beppe Grillo che sul suo blog ha sentenziato: «Ora a Roma si cambia musica. Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli».

 

Ma la battaglia principale è incentrata sui profughi. Nella lettera al prefetto, la Raggi stigmatizza la pressione migratoria cui è sottoposta Roma: «Questa amministrazione, in considerazione degli elevati flussi di migranti non censiti, auspica che le valutazioni sulle dislocazioni di nuovi insediamenti tengano conto dell’evidente pressione migratoria cui è sottoposta Roma Capitale e delle possibili devastanti conseguenze in termini di costi sociali e di protezione degli stessi beneficiari, evitando di gravare, ulteriormente, sul territorio comunale».

 

In realtà i numeri sono al di sotto dei 7.250 migranti previsti per Roma in base alla quota dei 2,5 ogni mille abitanti stabiliti dalla norma Alfano. Attualmente, sul territorio di Roma, sono ospitati 4.694 stranieri: 2.367 negli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ovvero una rete composta da enti locali e associazioni non governative) e 2.327 nei Cas (i Centri di accoglienza straordinaria della prefettura). Virginia Raggi però, preoccupata per nuovi arrivi, non vuole più rispettare il piano stabilito dal ministro dell’Interno Marco Minniti per rafforzare «l’accoglienza diffusa, decisamente più utile al sistema perché consente maggiore integrazione e perché lo sforzo viene equamente distribuito e non concentrato in poche città».

 

Dal Viminale trapela, inoltre, lo stupore per l’inversione di rotta della sindaca di Roma, a fronte dell’impegno economico profuso dal governo per fronteggiare l’emergenza migranti.

 

Nelle casse della capitale sono stati infatti versati, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, 2 milioni e 340 mila euro. Si tratta del Bonus Gratitudine di 500 euro a migrante per i Comuni (2600 Comuni su 8000) che hanno aperto all’accoglienza dei profughi. E ancor prima, nell’autunno del 2016, sempre il governo aveva elargito all’amministrazione comunale capitolina un contributo straordinario di mezzo milione di euro.

 

E ora, nelle stanze del Viminale, le domande che riecheggiano di più sono: Com’è stato speso quel denaro dal Comune di Roma? Perché la sindaca cambia idea proprio ora? Aleggia un ampio alone di perplessità sulla sua lettera, che pare dettata dalla paura di perdere consensi elettorali a causa di una politica dell’accoglienza. Ad alimentare questo scetticismo non aiuta neppure la polemica di Beppe Grillo contro i campi rom.

LA STAMPA

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