Vaccini, M5S presenta proposta alternativa al decreto Lorenzin: “Via l’obbligo”

Il Movimento Cinquestelle ha presentato al Senato una proposta di legge alternativa al decreto Lorenzin che introduce l’obbligatorietà di 12 vaccini.

I grillini respingono al mittente l’accusa di essere contrari alle vaccinazioni e smontano le fake news come quelle che girano sulla rete che collegano malattie quali l’autismo ai vaccini. Poi ribadiscono di non discutere l’importanza e l’utilità delle vaccinazioni, ma contestano il dl Lorenzin perché, a loro dire, “è incostituzionale, inaccettabile e rivelatore della loro incapacità di governare”.

Poi presentano un ddl in Senato, che verrà messo a disposizione degli attivisti sulla piattaforma Rousseau, che non impone nessuna obbligatorietà, ma una raccomandazione, “favorendo l’esercizio cosciente della libera scelta dei cittadini, nell’interesse della salute collettiva”.

“Procederemo con emendamenti, con la speranza che questo decreto non passi – ha spiegato la senatrice Paola Taverna, presentando la proposta di legge del Movimento Cinquestelle sui vaccini e annunciando modifiche al decreto Lorenzin – Questa proposta verrà messa sulla piattaforma Rousseau e potrà essere emendata, non votata, dagli iscritti”.

Sette gli articoli del disegno di legge che ammette, spiega la senatrice Elena Fattori, la massima copertura dei vaccini di cui è riconosciuta la sicurezza e l’importanza “non attraverso la coercizione ma la raccomandazione” che “non significa libertà totale di scelta, ma accompagnare i genitori a vaccinare i figli eliminando tutti gli ostacoli” con lo Stato che deve “monitorare il livello” della copertura vaccinale sul territorio.

Il ddl istituisce pertanto un’anagrafe vaccinale per dare piena attuazione al piano nazionale di prevenzione, sviluppare le attività di sorveglianza delle malattie suscettibili di vaccinazione e monitorare gli effetti indesiderati di queste, migliorando i livelli di sicurezza ed efficacia.

Il provvedimento istituisce anche un fondo nazionale per la prevenzione vaccinale con dotazione di 100 milioni di euro annui per il triennio 2017 – 2019, che consenta anche di adeguare il numero dei centri vaccinazione con personale medico e infermieristico specifico, dare la disponibilità immediata e gratuita dei vaccini del Piano nazionale, raggiungere ed adeguatamente informare le persone esitanti, e, di fatto, lanciare una campagna di informazione a tappeto per sensibilizzare e, ancora, fornire informazioni adeguate.

Infine introduce una clausola di salvaguardia: nei casi di particolari emergenze sanitarie il Ministero della Sanità definisce con decreto le misure obbligatorie da adottare e in caso in cui rilevi scostamenti adotta programmi informativi obbligatori a carico dei centri vaccinali per stabilire un confronto con le famiglie.

“La copertura vaccinale è importante – dicono i pentastellati – ma va perseguita non con la coercizione, ma con la convinzione che si ottiene attraverso una seria e capillare azione di informazione“.

“I vaccini devono essere gratuiti e disponibili, inoltre deve esserci un’adeguata preparazione del personale sanitario, anche nel senso di supporto ai genitori. Detto ciò lo Stato deve monitorare l’andamento delle vaccinazioni con un’anagrafe vaccinale – ribadisce Taverna – Per questo abbiamo inserito nel ddl anche due clausole di salvaguardia, che prevedono l’obbligatorietà dei vaccini in caso di epidemie dichiarate e l’obbligo di informazione, attraverso corsi ad hoc, per i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli. Vogliamo in tal modo dare risposte, ma anche recuperare quella larga fascia di genitori incerti e non contrari sulle vaccinazioni a cui serve una migliore informazione”.

“M5S vuole non uno Stato autoritario, ma autorevole, che fornisca un servizio serio ai cittadini – ha rilanciato ancora la senatrice grillina – Il vero problema che si evidenzia con la vicenda dei vaccini è che i cittadini non si fidano più delle istituzioni, del ministero e se la Lorenzin pensa che la soluzione sia l’obbligo, la coercizione, sbaglia di grosso”.

IL GIORNALE

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