Prima gli italiani

Mattia Feltri
 

Dibattito in Parlamento sullo ius soli. Ferito numero uno: il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che durante un assalto dei senatori leghisti ai banchi del governo all’aula di Palazzo Madama è caduta ed è stata medicata in infermeria con cerotti e antidolorifici, ma ha rassicurato tutti via Twitter. Ferito numero due: Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega, che nel corso della suddetta rissa è stato ferito a una mano da ben sette commessi del Senato, ed è stato medicato alla buvette con del ghiaccio provvidenzialmente sottratto al Campari.

 

Feriti numero tre e numero quattro: due ragazzi di CasaPound che, col resto della truppa di nerboruta destra, cercavano di raggiungere il Senato (ignari che dentro se la stessero cavando benissimo anche senza di loro), e sono stati fermati dalla polizia a manganellate (com’è ironica certe volte la vita). Feriti numero cinque, sei eccetera fino al sessantotto: sessantaquattro manifestanti di Forza Nuova, dunque sempre di nerboruta destra, denunciati perché pure loro cercavano di raggiungere il Senato, cantando inni fascisti e salutando romanamente, e sono stati bloccati con gli idranti. Quindi feriti nell’orgoglio, ma feriti. Ferito numero sessantanove: il presidente Piero Grasso che appena prima di questi edificanti accadimenti si è preso ben tre «vaffanculo» dal senatore leghista Raffaele Volpi. Anche lui ferito nell’autorevolezza, ma ferito. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: se le sono date fra di loro. Prima gli italiani.

LA STAMPA

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