Nasdaq in rosso non frena l’Europa, a Milano (+0,45%) banche deboli
–di Eleonora Micheli
Chiusura in rialzo per le Borse europee (segui qui i principali indici), nonostante Oltreoceano i titoli tecnologici siano ancora una volta stati colpiti dalle vendite. Il Dow Jones, comunque, sta tenendo le posizioni, a dispetto dei timori sulla stabilità dell’amministrazione di Donald Trump, soprattutto dopo che il presidente americano ha confermato via Twitter di essere indagato. Milano ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,45%.
Banche in retromarcia nell’attesa soluzioni per istituti veneti
Piazza Affari ha risentito dell’andamento contrastato delle banche, mentre sale il nervosismo in ’attesa di una soluzione per il salvataggio delle banche venete. Rimane inoltre l’incognita sull’aumento di capitale di Banca Carige (-1,86%), sul quale potrebbero emergere novità nei prossimi giorni. Mercoledì si riunirà infatti il consiglio di amministrazione , il primo dopo l’uscita dell’amministratore delegato, Guido Bastianini, sfiduciato sia dall’azionista di riferimento, Vittorio Malacalza, sia dalla maggioranza del board. L’istituto dovrà procedere a un aumento di capitale che potrebbe essere più elevato dei 450 milioni, di cui si era parlato nelle ultime settimane. Nel Ftse Mib le vendite hanno trascinato in basso le Banca Pop Er (-3,2%), leBanco Bpm(-2,39%) e le Intesa Sanpaolo(-0,39%). Hanno fatto male anche le Unicredit(-0,51%) e le Ubi Banca (-0,39%), quest’ultime mentre va avanti l’aumento di capitale da 400 milioni, che si chiuderà il prossimo 27 giugno (i diritti saranno trattati in Borsa fio al 21 giugno).
Cnh premiata dopo promozione di S&P
Sono state gettonate le Cnh Industrial (+1,67%), premiate dopo la notizia che S&P ha migliorato il rating sul titolo, riportandolo a investment grade. Mossa che probabilmente consentirà all’azienda di ridurre gli oneri da pagare sul debito.
«L’evento a lungo atteso – hanno spiegato gli analisti di Equita – è arrivato in anticipo rispetto alla nostra ipotesi al 2018». La sim mette in conto un risparmio degli oneri finanziari sul debito almeno di 50 milioni all’anno nel prossimo triennio, sapendo che l`ultima emissione di bond settennale aveva un tasso fisso dell`1,6% e che nei prossimi 15 mesi scadono 3,2 miliardi a un tasso fisso medio del 5,6%. Inoltre, potenzialmente, «si libera circa un miliardi di liquidità da utilizzare per buy-back o aumentare il dividendo». Fiat Chrysler Automobiles ha lasciato sul parterre lo 0,78%, malgrado l’azienda sia stata la prima della classe in Europa in quanto a immatricolazioni, vantando un rialzo delle vendite dell’11,9% nel mese di maggio, contro il +7,7% del mercato. I titoli sono tuttavia penalizzati dai timori per il mercato americano, dove tra l’altro l’azienda è sotto la lente delle autorità per il dieselgate. Della galassia Agnelli si sono mosse al rialzo le Ferrari e le Exor. Le azioni della holding hanno beneficiato anche dell’attesa per lo stacco del dividendo in calendario lunedì.
In rialzo Atlantia, Moncler e Ferragamo
Atlantia ha guadagnato lo 0,43%, all’indomani della pubblicazione del prospetto informativo sull’opas che il gruppo lancerà sulla spagnola Abertis. L’azienda ha confermato le condizioni annunciate nei mesi scorsi, precisando solamente che in un secondo momento potrebbe modificare le caratteristiche dell’offerta rinunciando ad emettere azioni e fare un’offerta completamente in contanti. Il mercato scommette che l’operazione vada in porto e che nasca dunque un campione europeo nel settore delle infrastrutture. A Madrid, però, le Abertis si sono portate sopra il prezzo dell’opa di 16,5 euro, chiudendo a 16,61 euro, in rialzo dell’1,16%. Sono state vendute a piene mani leSaipem (-3,5%), anche se il petrolio ha tentato di rialzare la testa. Del settore oil hanno fatto meglio leEni, salite dello 0,58%. Sono state gettonate le Moncler (+1,57%) e le Salvatore Ferragamo (+0,93%), sull’ipotesi che nei giorni delle sfilate maschili milanesi possano emergere novità positive. Per contro ha perso quotaYoox Net-A-Porter Group(-2,8%), pagando dazio alla debolezza dei titoli tecnologici. Nel settore oggi sono comunque salite leStmicroelectronics (+0,37%), che tuttavia hanno fatto male nei giorni scorsi.
Bene Telecom e Poste in vista del dividendo
Telecom Italiaha guadagnato lo 0,97% in vista dello stacco del dividendo di lunedì, quando distribuiranno la cedola anchePoste Italiane (+0,23%), Terna (+0,99%) edExor (+2,49%). Fuori dal paniere principale, staccheranno il dividendo le Acea, le Autogrill (+2,19%), leIren(+0,27%) e le Hera (+0,61%).
Eurozona , confermato rallentamento all’1,4% dell’inflazione a maggio
Eurostat ha confermato che a maggio il tasso annuale di inflazione nella zona euro è sceso da 1,9% di aprile a 1,4% a maggio. Un anno prima era a -0,1%. Nella Ue il tasso di inflazione annuale era a 1,6% in calo rispetto al 2% in aprile. Un anno prima era a quota -0,1%. In Italia era a 1,6% dopo 2% ad aprile, -0,3% un anno prima.
Euro si riavvicina a 1,12 dollari, petrolio tenta il rimbalzo
Sul fronte dei cambi, l’euro si riavvicina alla soglia di 1,12 sul dollaro (segui qui i principali cross). Il greggio tenta di rimbalzare, dopo la debacle dei giorni scorsi (segui qui l’andamento di Brent e Wti). Il Brent si appresta comunque ha chiudere la serie più lunga di settimane consecutive di ribasso (ben quattro) dal 2015 e i prezzi viaggiano sui minimi da sei mesi. A pesare sul sentiment del mercato le preoccupazioni sull’eccesso di produzione, nonostante il prolungamento dell’accordo sui tagli deciso dai Paesi Opec e non-Opec. A favorire il rimbalzo dei prezzi oggi anche un parziale stop delle esportazioni libiche.
In calo lo spread BTp/Bund e il rendimento del decennale italiano
In area Euro lo spread Italia-Germania, sceso sotto i 170punti in giornaya, si è confermato stabile, mentre il quadro politico italiano sembra più sereno. In Europa, inoltre, l’Eurogruppo ieri ha dato il via libera ad un piano di aiuti da 8,5miliardi di euro alla Grecia, terminando così l’incertezza sul rimborso dei bond greci in scadenza a luglio. Sul fronte taglio del debito non è invece arrivata una decisione definitiva, ma solo un impegno generico ad intervenire sull’esposizione alla scadenza del piano di salvataggio nel 2018. Il Fmi entra a far parte del bailout, ma interverrà una volta che sarà presa una decisione sul tema dell’alleggerimento del debito greco.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)