«Bisogna impedire che un sindacatino fermi tutta l’Italia»
Lo sciopero di ieri è legittimo e ha osservato le regole. A dirlo è il Garante per gli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli, che però aggiunge: «Il problema è che queste regole non sono più adeguate né sufficienti».
Cosa intende, presidente?
Qual è la priorità?
«Il legislatore deve intervenire sulle piccole sigle sindacali, libere di convocare
scioperi al pari dei grandi sindacati. Queste organizzazioni minori autorizzano l’idea che proclamino scioperi solo per auto legittimarsi, piuttosto che per difendere davvero i diritti dei lavoratori».
Lei quale soluzione suggerisce?
«Va stabilito il principio che non tutte le sigle sindacali possono proclamare lo sciopero, ma soltanto quelle che hanno una certa consistenza. La soglia potrebbe essere, per esempio, una determinata percentuale di iscritti. Premesso che non mi compete indicare tale ordine di grandezza, resta che va fissato il principio per cui alla titolarità di invitare i lavoratori ad astenersi dal lavoro deve corrispondere un’adeguata rappresentatività nel settore di riferimento. L’obiettivo è, insomma, impedire che a un sindacatino sia consentito di bloccare un servizio o peggio un’intera città».
Tra le proposte per ovviare a scioperi indisciplinati figura l’obbligo di convocare un referendum preventivo tra i lavoratori. È una misura efficace?
«Sì certo, è una delle soluzioni in discussione, ma a mio avviso il referendum finirebbe per complicare tutto, anziché agevolare le modalità che consentono di arrivare a proclamare uno sciopero. Ripeto: la vera soluzione passa per un sistema fondato sull’effettiva rappresentatività delle organizzazioni sindacali».
Sul tappeto c’è l’ipotesi di imporre ai lavoratori di comunicare in via preventiva se aderiranno o meno a uno sciopero. Uno strumento che, per esempio, nei trasporti consentirebbe una maggiore pianificazione e quindi minore caos.
«In concreto è uno strumento che deve fare i conti con negoziati e contrattazioni che possono durare fino a poche ore prima dell’inizio di uno sciopero. La comunicazione vincolerebbe quindi il lavoratore a una scelta prima dell’esito di una trattativa. E aggiungo che i sindacati non accetteranno mai una condizione del genere».
CORRIERE .IT
This entry was posted on sabato, Giugno 17th, 2017 at 08:06 and is filed under Cronaca. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.