Indagato il presidente di Consip
Consip è sempre più un vortice di notizie incandescenti: il presidente Luigi Ferrara, il quale si era dimesso 48 ore fa dalla carica su sollecitazione del governo per spianare la strada al rinnovo dei vertici, e disinnescare la discussione che si terrà domani al Senato, risulta essere indagato per «false informazioni ai pm» dalla procura di Roma. È accaduto subito dopo l’interrogatorio di venerdì scorso.
A questo punto s’annuncia una settimana rovente. La procura di Roma ha in cantiere nuovi interrogatori. Sarà ascoltato Filippo Vannoni, presidente della municipalizzata fiorentina Publiacqua, nonché ex consigliere economico di Palazzo Chigi ai tempi di Matteo Renzi. Un altro che avrebbe saputo.
Quanto a Marroni, dopo le dimissioni del presidente e della consigliera Maria Laura Ferrigno, anche se non ha presentato le dimissioni, è formalmente decaduto. Gli spetta convocare l’assemblea dei soci che dovrà nominare i nuovi amministratori, però, e qui, sul filo del calendario, si gioca la sua partita. Se l’assemblea sarà indetta oggi – come il governo spera – il dibattito di domani al Senato sarà sostanzialmente disinnescato. Se invece, come altri segnali lasciano intendere, Marroni vorrà sfruttare gli 8 giorni che lo Statuto gli consente prima di convocare l’assemblea dei soci, il dibattito sarà molto più impervio per la maggioranza. «La nostra mozione resta all’ordine del giorno», annuncia infatti battagliero il senatore Andrea Augello.
Si spiega così l’estrema cautela del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «I due membri dirigenti del Mef – ha spiegato – si sono dimessi portando alla decadenza automatica del Cda, per evitare che fatti esogeni alla vicenda potessero indebolire il grande lavoro svolto». A far precipitare le cose è stata «la decisione del Parlamento di presentare una mozione che andava in questo senso: azzerare il management». Il messaggio è chiaro: nulla di personale. E infatti su Marroni è laconico: «No comment».
Marroni, così come era capitato a Campo dall’Orto qualche giorno fa, diventa così una bandiera delle opposizioni. Dice Matteo Salvini: «Deve restare e parlare. Non vorrei che azzerassero tutto perché c’è qualcuno che vuole parlare». E Maurizio Gasparri annuncia: «Mi risulta che lo stanno inseguendo con proposte sulle quali farò un’interrogazione per denunciare altri illeciti che si aggiungono alla vicenda. Siano prudenti e attenti».
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