Angelino, clandestino del Parlamento

Si discute molto su quando si andrà a votare, come se qualche mese in più o in meno fosse cosa decisiva per le sorti del Paese.

Si fa finta di non prendere atto che questa sciagurata legislatura, già nata illegittima, è finita la sera del 4 dicembre scorso, con la bocciatura del referendum costituzionale. Tutto ciò che è venuto dopo, detto con rispetto per il premier Gentiloni, non ha alcun valore politico, è solo un comprare tempo per interessi personali dei parlamentari e convenienza dei partiti. Per questo i mesi che viviamo e vivremo nel limbo sono molto pericolosi. Una classe politica senza futuro certo, impaurita e rancorosa è capace di qualsiasi cosa. Con l’aggravante che cinquecento (un record) parlamentari sono in libera uscita dai loro elettori, avendo abbandonato i partiti sotto le cui bandiere erano stati eletti.

Di fatto siamo governati da una maggioranza di pirati e mercenari al soldo non si sa più di chi. Che oggi decideranno – con un voto inquinato in partenza – la sorte del ministro Lotti coinvolto nel caso Consip. Ma che soprattutto, nei prossimi giorni, si dovranno pronunciare sullo ius soli, la legge che, nell’intenzione della sinistra che l’ha proposta, dovrebbe dare la cittadinanza automatica a chiunque nasca in Italia, come se il problema fosse l’innocenza dei bambini e non la verifica, nel tempo, del percorso culturale e civile che i rispettivi genitori hanno intenzione di dare loro.

Un parlamento ridotto in queste condizioni, e con i giorni contati, dovrebbe astenersi dal prendere decisioni che ipotecano il futuro della nazione. Ma è come parlare al vento. Dopo avere smantellato la famiglia, intaccato i principi che stanno alla base della vita (e della morte), ora Renzi e il Pd pensano di recuperare il consenso perso a sinistra svendendo l’italianità a chiunque ne faccia richiesta. E se questo avverrà, ancora una volta dovremmo ringraziare Angelino Alfano, mister due per cento, capo di un partito (si fa per dire) che secondo i sondaggi non entrerebbe nel prossimo parlamento. Che cosa ha convinto il «duro» Alfano all’ennesima giravolta e ad annunciare il suo sì alla legge di Renzi sulla cittadinanza? Non lo so, ma scommetto che un cavillo nella legge elettorale gli permetterà di stare a galla un’altra volta. Uno ius soli ad personam: chi è nato in parlamento può restarci tutta la vita, anche se tradisce lo spirito del suo Paese.

IL GIORNALE

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