Matteo fai presto
La spallata di Bersani e Grillo a Renzi è stata respinta, ma il problema resta. Verrebbe da rispolverare quel «Fate presto» che Il Sole-24 ore sfornò (probabilmente su suggerimento del presidente Napolitano) per accelerare l’agonia dell’ultimo governo Berlusconi accerchiato da forze sovrastanti.
E non mi riferisco al povero Gentiloni, che sta facendo con pazienza e dignità quel poco che può, date le condizioni. «Fate presto» a scrivere una legge elettorale e finiamola con questa pagliacciata di un governo-non-governo, di una maggioranza-non-maggioranza.
Tra le non poche sue colpe, Renzi ne ha una imperdonabile: sono tre anni che tiene il Paese inchiodato alle liti, alle guerre, alle paure e alle contraddizioni del suo partito. Vince, rottama, minaccia, fa il Nazareno, lo disfa, perde, si dimette, si ritira, anzi no, ritorna, ri-rottama, ri-minaccia. È vero che è sotto attacco di una magistratura scellerata che voleva incastrarlo con false intercettazioni del padre, coinvolgendo nel fango giudiziario il ministro Lotti e il comandante generale dei carabinieri Del Sette.
Lo abbiamo riconosciuto e difeso. Anche Forza Italia, con il voto di ieri, favorevole a Lotti, ha dimostrato di non volersi prestare a questo gioco al massacro di cui non si conoscono mandanti e finalità.
Di fatto ieri in parlamento si è formata una nuova maggioranza con i bersaniani all’opposizione, proprio loro che in teoria si dichiarano stampella del governo. Adesso toccherebbe a Renzi dare un segnale di affidabilità. Difficile, dopo che Verdini, in un’intervista al Corriere della Sera, ha svelato che l’ex premier gli ha chiesto di non partecipare al governo perché voleva un Gentiloni debole, in modo da potergli staccare la spina a piacimento, al momento più favorevole per lui. Già, ma quale sarà questo momento, quali gli interlocutori al tavolo delle regole? E ancora: ci si può fidare di uno così, che fa e disfa alleanze e patti in base solo all’ostacolo che deve superare quella settimana? Lunedì, dopo i ballottaggi delle amministrative, forse avremo una risposta.
IL GIORNALE