L’ultimo schianto di Di Maio: attacca le parole che pronunciò… Gianroberto Casaleggio

jacopo iacoboni

Quando ci si mette, Luigi Di Maio sa essere davvero sfortunato con le parole. Ieri sera, a Guidonia per sostenere il candidato sindaco del Movimento cinque stelle, il vicepresidente della Camera se l’è presa con tutti quelli che ritengono Roma un test per il governo, e dunque – visti i risultati deludenti di Virginia Raggi – un test sostanzialmente fallito che comprometterebbe la credibilità dei cinque stelle in un’ipotesi di corsa per andare a Palazzo Chigi. «Roma non è il banco di prova per il governo nazionale» ha sostenuto davanti ai giornalisti l’aspirante candidato premier grillino. «Questo è offensivo per i romani. Noi vogliamo risolvere i problemi dei romani. Vogliamo fare le cose che servono dopo che è stata usata dagli altri partiti come trampolino di lancio per le politiche». Poi Di Maio ha aggiunto allocuzioni e metafore varie (roba del tipo «a Roma potevamo decidere di dare una mano di vernice a una casa pericolante, come hanno fatto tutti gli altri, e poi lasciare il problema delle fondamenta a quello che veniva dopo. Invece stiamo cercando di risanare i bilanci e irrobustire le fondamenta in modo tale che questa casa non crolli»), sulle quali in questa sede sorvoleremo. Ciò che ci interessa è il succo: chi dice che «Roma è un banco di prova», secondo Di Maio, dice qualcosa di «offensivo», offende i romani, a partire dagli elettori del Movimento e della Raggi.

 

Scusate, ma chi è che aveva definito Roma «un banco di prova»? Chi parlò di test per il governo, di prove generali che non bisognava assolutamente fallire, perché avrebbero potuto dimostrare che – adesso – il Movimento era fit to lead, capace di andare al governo? Per la verità lo dissero in tanti, nel Movimento, ma qualcosa ci ronzava nella memoria e, a un rapido controllo, vien fuori che Di Maio stavolta è andato a sbattere nientemeno contro il pensiero e le parole pronunciate dal fondatore, del Movimento: Gianroberto Casaleggio. In un’uscita ufficialissima e a prova di smentita – un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 24 dicembre 2015 – a una precisa domanda del quotidiano lombardo (In primavera si va al voto. Roma, per chiunque vinca, potrebbe essere un problema da amministrare e un boomerang in vista delle prossime Politiche. Voi avete paura di vincere?), Casaleggio senior rispose testualmente: «Noi vogliamo vincere. Roma è una tappa obbligata prima del governo. Un banco di prova. Se avessimo paura di governare Roma non potremmo neppure pensare di voler governare il Paese». Di Maio era consapevole, stavolta, di dimenticare la lezione e le convinzioni di Casaleggio, addirittura dandogli dell’«offensivo»?

 

Siamo sicuri che l’aspirante candidato premier in futuro studierà a fondo la storia del suo Movimento. In alternativa, nell’impossibilità di smentire le parole di Casaleggio, potrà sempre smentire di aver pronunciato lui la frase che è stata riportata univocamente da tutte le agenzie. A seguire, carosello contro i giornalisti sui social network.

LA STAMPA

 

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