Torino, disoccupata si dà fuoco all’Inps: “Ho troppi debiti”
«Perché ho fatto questo? Perché ho un sacco di debiti. Non ce la faccio più a vivere così. Che ne sapete voi per dirmi che non ne vale la pena? La mia vita non vale la pena». Seduta nell’atrio dell’ufficio Inps Torino Nord, Concetta Iolanda Candido, 46 anni, si è sfogata così, con chi l’ha soccorsa, spegnendole le fiamme che in pochi istanti le avevano divorato vestiti e capelli. Licenziata da sei mesi da un grande pub di periferia, ieri mattina si è presentata allo sportello 4 dell’ufficio Inps di corso Giulio Cesare 290 con due bottiglie di alcol nella borsa e un accendino. Ha preso il numero della prenotazione e ha atteso il suo turno. Quando si è trovata a faccia a faccia con l’impiegata che cura le pratiche per l’indennità mensile di disoccupazione, si è cosparsa la testa e il corpo di alcol e si è data fuoco. Un uomo in coda ha cercato di fermala, strappandole di mano l’accendino, ma non è riuscito. Un ragazzo marocchino, anche lui in coda, ha afferrato un estintore ed ha spento il fuoco sul suo corpo.
Adesso la donna è ricoverata nel reparto grandi ustionati del Cto, in prognosi riservata, in coma farmacologico. Ha ustioni sul 25% del corpo, di cui il 10% sono di terzo grado. «Come in tutti i casi di ustioni gravi – dicono dall’ospedale – le condizioni dei pazienti sono imprevedibili, a causa soprattutto delle complicazioni. Al momento la donna è in pericolo di vita». Tutto è accaduto poco dopo mezzogiorno di ieri. Concetta ha preso il numero C37. Nella borsa aveva anche un taglierino col manico rosso. Quando l’impiegata ha chiamato il suo numero, lei era già pronta a farla finita. Si è messa a discutere per qualche istante, poi ha alzato la voce: «Non ce la faccio più. Io mi do fuoco».
Secondo la ricostruzione della polizia, un uomo, che si trovava nello sportello adiacente, al di là del separé di legno, ha cercato di fermarla, prendendola per le braccia. «Subito non mi sono accorto della scena – ha raccontato agli agenti il testimone -. Ho capito che stava succedendo qualcosa di grave quando ho visto la gente in coda alle mie spalle fuggire verso un corridoio. Mi sono alzato dalla sedia ed ho cercato di fermarla. Nessuno mi ha aiutato. Gli impiegati dell’Inps sono rimasti a impietriti». In quel breve corpo a corpo, l’uomo è riuscito ad impedirle di prendere il secondo flacone di alcol, ma non a farle gettare l’accendino. «Come l’ha accesso, i suoi vestiti e i capelli hanno preso fuoco all’istante. A quel punto l’ho spinta a terra, per spegnerla, ma mi sono dovuto allontanare di qualche metro perché anche la mia maglietta si era incendiata». Un impiegato ha gettato un bicchiere di acqua verso la donna, ma inutilmente. Dall’altro lato della sala, mentre tutti gridavano impauriti, un ragazzo marocchino, ha afferrato un estintore da parete e ne ha svuotato il contenuto sulla donna. A quel punto i pochi rimasti nella sala l’hanno sollevata dal pavimento e fatta sedere su una sedia, in attesa dell’ambulanza. «Ma signora perché ha fatto questo? Non ne valeva la pena farsi del male così, per i debiti. Chi se ne frega dei soldi».
LA STAMPA