Centrodestra boom, rottamato Renzi

Basta permettere alla gente di votare, cosa che in Italia non accade da troppo tempo, e il quadro cambia.

Si dissolve quello dipinto da traditori e voltagabbana nel Parlamento e raccontato come verità assoluta dai commentatori e, come in una dissolvenza, si soprappone quello dell’Italia reale.

Un’Italia che non si fida dei grillini – e questo è stato ben chiaro fin dal primo turno di queste amministrative – e che dopo averlo coccolato è rimasta profondamente delusa da Matteo Renzi e da una sinistra che non è più profondamente comunista ma resta bugiarda, inaffidabile e falsa. Il centrodestra, dato per morto dai soliti esperti che fanno credere di sapere sempre tutto ma che non ne azzeccano mai una, ha conquistato, fra l’altro, Genova, cosa che non era mai accaduta nella storia della Repubblica.

È un fatto concreto, ma anche altamente simbolico. Giovanni Toti, governatore della Liguria, ha fatto un buon lavoro e gliene va dato atto. Ma se Silvio Berlusconi non ci avesse messo la faccia (a differenza di Renzi che, fiutando l’aria, è scappato) oggi molto probabilmente saremmo qui a raccontare un altro film.

Ci sono degli snodi nelle vicende politiche in cui una comunità ha bisogno di un leader riconosciuto e credibile, capace di andare oltre le inevitabili divisioni e le legittime ambizioni personali. In questo Matteo Renzi ha fallito (ieri come in dicembre, sul referendum) perché evidentemente è meno leader di quanto pensi di essere. Un conto è ordinare a Mario Orfeo, neodirettore generale della Rai, di staccare un assegno da undici milioni al suo amico Fabio Fazio, altro è convincere gli italiani che questo sia giusto in un contesto economico come quello attuale.

Le urne di ieri hanno liberato il Nord (e non solo) dal giogo dei Cinquestelle e della sinistra renziana. Adesso il problema è proiettare questo dato su scala nazionale, permettendo agli italiani di ridisegnare gli equilibri nazionali falsati da anni di giravolte per convenienze e interessi personali di senatori e deputati scellerati. Da oggi il tema è riaprire il tavolo per scrivere una nuova legge elettorale, che piaccia o no a Renzi che insieme a Grillo è lo sconfitto di questa tornata. Berlusconi insiste per un sistema prevalentemente proporzionale, penso ci sia da fidarsi. Il variegato mondo del centrodestra, al momento, ha possibilità di imporsi se ruota attorno a lui. Non è il caso, né il momento, di avventurarsi su strade sconosciute.

IL GIORNALE

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