Migranti, Delrio frena sul blocco navale: ​”Non chiuderemo alcun porto”

Ancora sbarchi, ancora emergenza e ancora polemiche politiche. Con i porti siciliani e campani ormai allo stremo da mesi, continua inarrestabile l’ondata di arrivi di migranti sulle coste italiane.

Ma, se nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Marco Minniti aveva ventilato l’ipotesi di chiudere i porti italiani alle navi straniere, oggi il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha subito congelato l’idea del blocco navale.

“Nessun porto chiuso – ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera – lo dico da responsabile della Guardia costiera e delle operazioni di soccorso ai migranti. Non stiamo rinunciando a quei princìpi di umanità che l’Italia ha messo in campo con Renzi e Gentiloni”.

Minniti non ha usato mezzi termini, ieri mattina, per descrivere la situazione italiana. “Molti leader europei dicono che il tema che poniamo è giusto – ha detto – bene, ai temi giusti si risponde con i fatti. Il tempo delle parole purtroppo si è consumato”. Negli ultimi tre giorni l’Italia ha avuto un picco particolarmente alto con un affaollamento dekke navi delle organizzazioni non governative, delle missioni europee e della Guardia costiera che facevano avanti e indietro dalle coste libiche ai porti italiani. “In 25 porti del nostro Paese stiamo facendo assistenza a queste navi – ha riferito nelle scorse il titolare del Viminale – è uno sforzo straordinario”. Da qui il passo formale del governo italiano con l’Unione europea avanzando l’ipotesi di chiudere i porti alle navi che battono bandiera straniera.

A distanza di poche ore da quel passo formale, però, Delrio ha assicurato in una intervista al Corriere della Sera che “non verrà chiuso alcun porto”. “La nostra fermezza e la protesta di queste ore – ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture – è per chiedere che l’Inno alla gioia si suoni anche quando sbarcano le navi dei migranti e non solo per celebrare il sogno europeo. Vogliamo risposte – ha continuato – perché gli sbarchi sono aumentati del 14% e per le condizioni terribili di povertà e instabilità dei Paesi di provenienza, come Siria e Libia”. All’unione europea, quindi, Delrio chiede “il grande piano Marshall per l’Africa” già suggerito dalla cancelliera Angela Merkel.

IL GIORNALE

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