Borse in rosso con banche e chimica. A Milano focus su riassetto Unipol
Le incertezze relative all’andamento dell’inflazione e delle politiche monetarie dalle due parti dell’Atlantico e i timori legati al tonfo di Wall Street di ieri portano a una nuova seduta di debolezza per le Borse europee mentre sul fronte dei titoli di stato sono proseguite le vendite anche se con dimensioni più contenute. I listini del Vecchio Continente, piegati da banche e dal settore chimico (complice il tonfo di Bayer), hanno chiuso la seduta sui minimi e tutti in rosso: Francoforte è stata la peggiore cedendo circa lo 0,7% mentre Milano è arretrata dello 0,58% avvicinandosi alla soglia dei 20500 punti nel Ftse Mib.
Piazza Affari ha guadagnato il 7% nei primi sei mesi del 2017
Con la correzione odierna il bilancio del FTSE MIB nei primi sei mesi del 2017 scende a +7% ma resta comunque migliore rispetto all’andamento dell’Eurostoxx (+4,5%). Guardando agli altri listini europei, meglio di Milano hanno fatto Madrid (+11,7%) e Zurigo (+8,4%) mentre Francoforte (+7,3%). è stata sostanzialmente allineata a Piazza Affari. Peggiori Parigi (+5,3%) e Londra (+2,4%).
Il gruppo Unipolè stato il protagonista di giornata dopo la presentazione del progetto di riassetto e di creazione della bad bank da 3 miliardi di euro di asset: gli investitori hanno premiato Unipol (+2,7%) ma hanno penalizzato il polo assicurativo Unipolsai (-3,6%). Bene Prysmian (+1,2%) e Italgas(+1,2%), quest’ultima premiata da una raccomandazione di Citigroup . Giù Ubi Banca(-2,7%) e Banca Generali(-2.4%).
Ancora pressione su titoli di stato, Btp resiste con rendimento a 21,6%
L’euro rallenta nel finale la sua corsa e torna a 1,1409 dollari(-0,27%). Prosegue il rimbalzo del petrolio a 45,3 dollari al barile nel Wti (+0,9%). Seduta poco
mossa per lo spread tra BTp e Bund mentre sono proseguite le vendite sui bond dell’Eurozona dopo il sell off di ieri. Il differenziale di rendimento tra il decennale italiano benchmark (Isin IT0005240830) e il pari scadenza tedesco ha chiuso a 168 punti, leggermente sotto i livelli di ieri (170 pb nel finale). Stabile il rendimento dei decennali italiani, al 2,16 per cento.
Usa: -0,1% inflazione Pce a maggio, +1,4% annuale, sotto target Fed
Positivo intanto l’andamento di Wall Street anche se l’indice Nasdaq, osservato speciale da alcune settimane viste le forti correzioni che hanno riguardato i titoli tecnologici, resta timido. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolare l’inflazione, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è calata dello 0,1% a maggio su base mensile, mentre su base annuale, ovvero rispetto a maggio 2016, è salita dell’1,4%, al di sotto del 2% considerato ottimale dalla Federal Reserve, meno dell’1,7% del mese precedente e al livello più basso in sei mesi. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è salita dello 0,1% su base mensile e dell’1,4% su base annuale, il passo più lento da dicembre 2015. Il valore Pce è contenuto nel dato diffuso dal dipartimento del Commercio e relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi. A maggio gli americani hanno continuato a spendere: i consumi negli Stati Uniti sono cresciuti per il settimo mese di fila, ma a un passo più lento rispetto ai mesi precedenti. Il dato, che suggerisce comunque una crescita costante, potrà dare sostegno all’economia nei prossimi mesi. Anche i redditi personali sono aumentati, più delle stime.
Indicazioni contrastanti infine sulla fiducia dei consumatori americani in giugno. Il dato, stilato dall’Università del Michigan, è salito rispetto alla lettura preliminare di metà mese e ha battuto le previsioni, ma si e’ attestato in calo rispetto a fine maggio e al livello più basso da novembre, fatto che suggerisce che restano alcune preoccupazioni sullo stato di salute dell’economia.
Riscatto per Brembo e Cnh, giù Generali e Unicredit
Tornando al Ftse Mib di Piazza Affari, da segnalare il riscatto di Cnh Industrial (+1%) e quello di Brembo (+1,99%), entrambe ieri tra le più penalizzate, mentre Tenaris (+0,9%) ha viaggiato in controtendenza rispetto a un comparto petrolifero che non ha saputo trarre beneficio dal nuovo recupero del greggio (negli ultimi dieci giorni il Wti è risalito di circa il 7%): Eni ha ceduto l’1%, Saipem lo 0,5% penalizzate anche da un report di Kepler Cheuvreux. A parte Italgas, ancora pressione sulle utility con Snam scesa dell’1,8%, Enel dell’1%, Terna dello 0,4%. Giù Mediaset (-1,5%) che ha in pratica compensato il recupero di metà settimana arrivato con l’annuncio di una nuova causa civile verso Vivendi e l’approvazione del piano di acquisto di azioni proprie. Tra i titoli delle società a maggiore capitalizzazione male Generali (-1,44%) e Unicredit (-1,39%).
Carige debole. Lunedì cda cruciale. Per Ubs non è nuovo caso “venete”
Fuori dal paniere principale dei titoli quotati a Milano, è proseguita la settimana
in altalena per Banca Carige alla vigilia del cda di lunedì mattina, passaggio importato sulla strada del rafforzamento patrimoniale dell’istituto. Il titolo ha perso quasi l’8% nelle prime due sedute per poi rimbalzare del 6% tra mercoledi’ e giovedi’: di nuovo sottotono la giornata odierna con un calo dello 0,6%. In un report di Ubs che, aspettandosi costi più elevati sia per la gestione e dismissione degli npl sia di conseguenza un eventuale ammontare di capitalizzazione piu’ elevato, ha tagliato il target di prezzo a 19 centesimi da 24 (0,187 le quotazioni attuali): alla luce dell’intervento di Intesa Sanpaolo sulle venete, si legge nel report, diversi clienti dell’istituto si sono interrogati sulla possibilità che Carige rappresenti un nuovo caso delicato per le banche italiane e costituisca un rischio sistemico. Per gli analisti di Ubs ci sono tre motivi per cui i dossier non sono paragonabili e quindi Genova si troverebbe in una situazione migliore: un processo di ristrutturazione giunto a uno stadio più avanzato, una situazione più favorevole sul fronte dei bond subordinati e la presenza di un azionista di riferimento che sembra pronto a sostenere la ricapitalizzazione dell’istituto.
Dietrofront invece per Stefanel in Borsa (-11%) dopo che il titolo aveva segnato un balzo di quasi il 24% ieri all’annuncio dell’accordo di ristrutturazione del debito e rafforzamento patrimoniale.
E19: stima flash, a giugno tasso inflazione annuale cala a 1,3%
A giugno il tasso di inflazione annuale nella zona euro continua a scendere attestandosi a quota 1,3%. E’ la stima flash di Eurostat. A maggio era all’1,4%, ad aprile all’1,9%, a marzo all’1,5%, a febbraio al 2%, a gennaio all’1,8%, a giugno 2016 a 0,1%. Per quanto riguarda le maggiori componenti dell’inflazione, l’energia è attesa avere il tasso annuale più elevato a giugno (1,9% rispetto a 4,5%) a maggio, seguita da servizi (1,6% dopo 1,3%), alimentari, alcool e tabacco (1,4% dopo 1,5%) e beni industriali non energetici (0,4% dopo 0,3%). Prossimo comunicato Eurostat sui dati definitive il 17 luglio. La stima flash di Eurostat conferma che l’andamento del tasso di inflazione è ancora lontano dall’essersi stabilizzato e di procedere con sicurezza verso l’obiettivo di una crescita vicino ma sotto il 2%. E conferma il quadro di analisi e valutazione della Bce nella definizione delle prossime mosse di politica monetaria. Sempre sul fronte macro, dagli Usa arriveranno i dati sulle spese personali e i redditi e sull’inflazione Pce, dato molto seguito dalla Fed per monitorare l’andamento dei prezzi.
BTp assegnati 3,8 mld decennali, rendimento in lieve aumento a 2,16%
Domanda fiacca e rendimenti contrastati per i BTp e CcTeu assegnati in asta dal Tesoro che non ha comunque raccolto il massimo dell’offerta prevista. Nel dettaglio il Tesoro ha emesso la nona tranche del BTp a 5 anni scadenza 01/04/2022 per 2,5 miliardi a fronte di una richiesta pari a 3,483 miliardi. Il rendimento è sceso di 7 centesimi attestandosi allo 0,81 per cento. Collocata anche la prima tranche del nuovo BTp a 10 anni scadenza 01/08/2027: a fronte di richieste per 4,923 miliardi l’importo emesso è stato pari a 3,846 miliardi (il massimo previsto era 4 miliardi) con un rendimento, in crescita di un centesimo sull’asta del mese scorso, che si è attestato al 2,16 per cento. Infine, la quinta tranche del CcTeu, assegnata per 1,5 miliardi a fronte di una domanda totale pari a 2,439 miliardi, ha spuntato un rendimento lordo dello 0,83%, (-1 centesimi sull’asta precedente).
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)