Sotto controllo le fiamme allo stabilimento Fiat di Termoli. Circolazione interrotta su A14 e ferrovia
A causa del fumo in carreggiata che limita la visibilità al km 478, “per questioni di sicurezza – informa una note di Autostrade per l’Italia – è stato necessario bloccare il traffico e si registrano 2 Km di coda circa in entrambe le direzioni. Agli utenti provenienti da Bari e diretti verso Pescara si consiglia, dopo l’uscita obbligatoria a Poggio Imperiale, di percorrere la strada Statale 16 Adriatica verso Vasto dove rientrare in autostrada a Vasto Sud verso Pescara. In direzione opposta si consigliano i percorsi inversi”.
Vasto incendio a Termoli, evacuata una parte dello stabilimento Fiat
In relazione all’incendio allo stabilimento Fiat, l’Anas precisa che sulla statale 87 “Sannitica” è provvisoriamente chiuso al traffico il tratto compreso tra il km 215,000 e il km 221,110, nel territorio comunale di Termoli. La circolazione in direzione di Termoli è deviata lungo la strada provinciale di Guglionesi, mentre quella in direzione di Campobasso è deviata lungo la strada statale 16 “Adriatica” in direzione di Campomarino fino all’innesto con la viabilità provinciale.
Sospesa anche la circolazione ferroviaria di Trenitalia sulla linea Termoli-Foggia (Direttrice Adriatica) dalle 15.20. I treni vengono fermati nelle stazioni di Termoli e San Severo/Apricena. Trenitalia comunica che è in corso la riprogrammazione dell’offerta commerciale. Gli incendi, che interessano anche la viabilità stradale, non consentono di attivare servizi sostitutivi con autobus.
Al Comune di Termoni è stato istituito un centro operativo. Il sindaco e i dirigenti sono al lavoro per predisporre i piani di emergenza e coordinare gli interventi nello stabilimento Fiat e nell’area della A14 delle varie forze dell’ordine e di volontariato presenti sul territorio. Intanto, Riccardo Mascolo, segretario regionale della FIM-Cisl, fa sapere che l’incendio allo stabilimento Fiat “ha causato molti danni all’azienda, ma soprattutto tanta paura tra i lavoratori, che fortunatamente stanno tutti bene. Bisogna ora capire se ci sono delle responsabilità nell’accaduto e se l’allarme del rogo è stato tempestivo o meno”.
“L’ultima volta che fummo costretti a lasciare lo stabilimento fu nel gennaio del 2003 in occasione dell’alluvione – ricorda ancora Mascolo -. I lavoratori di turno furono mandati a casa e poi ci fu la CIG”. Per molti dipendenti con meno anni di anzianità si tratta, invece, della prima volta. “Quella di oggi – commentano alcuni operai – è una giornata che non dimenticheremo facilmente. La paura c’è stata. Non ci saremmo mai aspettati una situazione del genere”.