La Boldrini cambia ancora casa. E noi pagheremo il lavori di sicurezza

La sua decisione aveva un obiettivo lodevole: far risparmiare gli italiani. A conti fatti, però, il risultato finale potrebbe non essere così scontato.

Quando Laura Boldrini venne eletta alla presidenza della Camera, s’impegnò alacremente per ridurre i costi dell’Istituzione di cui è alla guida. Tanto che nell’ultimo incontro con la stampa in occasione della cerimonia del Ventaglio sciorinò orgogliosa inumeri della sua amministrazione: costi della Camera ridotti del 25%.

Come fa notare Franco Bechis su Libero, però, il ministero dell’Economia continua a versare a Montecitorio ancora 943,16 milioni di euro, quindi appena il 5,5% in meno. Ma tant’è.

Il fatto è che Laura Boldrini decise a inizio legislatura di non vivere nell’appartamento di servizio all’interno della Camera. Anche questa una scelta pienamente nei suoi diritti, ma anche un costo per lo Stato. Già, perché secondo quanto scrive Bechis, sono state sostenute diverse spese.

L’abitazione scelta dalla Boldrini era la casa dell’allora compagno di vita, un giornalista che abita a Trastevere. E così non solo abbiamo dovuto provvedere ad una scorta con auto blindata per seguirla nello spostamento casa-lavoro (che non ci sarebbe stato se avesse vissuto all’interno del Palazzo), ad un’auto di servzio per la vigilanza dell’abitazione e pure alcuni “interventi di sicurezza” in casa. Un esempio? Blindando la porta di ingresso e via dicendo.

Negli ultimi tempi, però, pare che il rapporto con il compagno si sia andato spegnendosi. E così la Boldrini, che non era proprietaria della casa, ha deciso di spostarsi altrove. Mancano pochi mesi alla fine della legislatura e spostarsi nell’appartamento di servizio per qualche tempo avrebbe permesso – dicono voci stizzite del Palazzo – di risparmiare qualche sommetta. “Il problema – scrive Bechis – è la sicurezza del nuovo appartamento, con la necessaria blindatura”. Non quindi la scorta, che cambierà solo indirizzo. “Una condizione prevista per casi come questo, ma che ha creato più di un chiacchiericcio e anche qualche preoccupazione vista la fine della legislatura perfino nei piani istituzionali della Camera dei deoputati dovue più di uno è convinto che per così breve tempo sarebbe stato gran risparmio che il presidente usasse quell’alloggio di servizio…”.

IL GIORNALE

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