Tar, via libera agli aumenti: esodo con stangata al casello
Viaggiare in automobile presto costerà di più. Questa volta non è la benzina ad aumentare, ma i pedaggi autostradali.
La stangata è pronta e potrebbe piombare sulla testa degli italiani proprio mentre si accingono all’esodo di agosto. Chi ha in programma di partire per le vacanze in macchina, dunque, dovrà tenere conto della possibilità che in alcune tratte autostradali le tariffe potrebbero salire anche di circa il 10 per cento. Non poco per chi fatica a far quadrare i conti.
Tutto questo a causa di una sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso di una concessionaria autostradale abruzzese, quella dei Parchi del gruppo Toto che ha in concessione la A24 e la A25, contro il congelamento degli aumenti tariffari voluto nel 2014 dall’ex ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi.
L’attuale numero uno del dicastero, Graziano Delrio, ha confermato: «L’aggiornamento delle tariffe 2015 verrà fatto, non c’è dubbio che verrà riconosciuto ai gestori». Anche perché i giudici amministrativi, come riporta Il Fatto Quotidiano, nello stabilire il diritto dell’Autostrada dei Parchi di recuperare gli incassi perduti negli ultimi due anni e mezzo, hanno dato al ministro trenta giorni di tempo per correre ai ripari, pena la nomina di un commissario ad acta delegato dal ragioniere generale dello Stato che rimedi al posto suo al guaio fatto bloccando i rincari.
«Non è successo niente di drammatico, l’aumento va fatto sicuramente», ha aggiunto Delrio ammettendo che ci sono stati dei ritardi perché si tratta di un iter approvativo molto complesso. L’aggiornamento delle tariffe era stato approvato lo scorso anno, nell’agosto del 2016, poi c’è stato un «dubbio interpretativo» e il provvedimento era stato bloccato dalla Corte dei Conti. «Ora – ha annunciato il ministro – l’aumento tornerà presto al Cipe».
Ma di tutti questi passaggi burocratici agli italiani in realtà importa ben poco. Quel che conta, per i consumatori, sono le conseguenze pratiche di questa sentenza, arrivata proprio a ridosso delle partenze estive e destinata ad avere un effetto a catena sui concessionari che gestiscono gli altri tratti autostradali, legittimati adesso a rivendicare gli introiti perduti, così come riconosciuto dai giudici amministrativi all’autostrada abruzzese in una sentenza di dodici pagine che non fa sconti al ministero dei Trasporti.
Quando l’ex ministro Lupi congelò a sorpresa gli aumenti autostradali, in risposta ad una crisi che si faceva sempre più nera, imponendo che le tariffe venissero aggiornate soltanto sulla base del tasso di inflazione programmato e ignorando gli altri parametri solitamente considerati, garantì a concessionari che si sarebbe trattato di un sacrificio momentaneo e che nel giro di qualche mese le cose sarebbero state sistemate. Le cose però sono andate diversamente, perché nel frattempo Lupi, travolto dallo scandalo delle grandi opere, si è dimesso e con Delrio si è arrivati tra un ritardo e un altro fino alla sentenza del Tar del Lazio in cui una piccola concessionaria autostradale ha reagito battendo cassa al ministero e ha vinto, dando luogo così ad un effetto domino destinato adesso a pesare sugli automobilisti al casello.
La sentenza del Tar potrebbe avere anche un’altra conseguenza, questa volta per i ministri interessati e per il dirigente ministeriale che vigila sulle concessioni e che ha materialmente autorizzato il blocco delle tariffe. Adesso potrebbero essere tutti chiamati a rispondere di danno erariale per i mancati introiti che in parte sarebbero stati di pertinenza dello Stato.
IL GIORNALE