La Sardegna: “L’albergo prende soldi pubblici? Non può accogliere i migranti”
La Sardegna mostra i muscoli contro le strutture alberghiere che vogliono fare affari con l’accoglienza dei migranti.
Ieri il consiglio regionale ha approvato, con voto segreto, un emendamento al Testo Unico in materia di Turismo che mette in riga le aziende turistiche. Gli alberghi, che attingono ai contributi regionali per migliorare e riqualificare le proprie strutture, non potranno accogliere gli immigrati per tutti i cinque anni successivi alla concessione dei finanziamenti. Altrimenti, come riferisce Repubblica, saranno revocati loro i contributi regionali e dovranno restituire quelli che hanno già usato.
La sinistra già accusa di “razzismo” chi l’ha votata e parla di legge fondata su un “principio immorale”. In consiglio regionale, dove hanno una maggioranza ampia, a democratici e compagni non è riuscito di stoppare la normativa che mette un freno a chi specula sul business dell’immigrazione. Come ha spiegato il primo firmatario Antonello Peru (Forza Italia), l’obiettivo dell’emendamento è “distinguere la vocazione turistica dalla semplice accoglienza” e dare “un chiaro segnale a chi ha scommesso sul turismo”. E, infatti, riguarda la possibilità di ottenere finanziamenti per ristrutturare i locali e gli impianti per la sicurezza, migliorare il sistema energetico, installare reti wi-fi gratuite, garantire l’accoglienza ai disabili e, infine, assicurare la presenza degli operatori sul web. Soldi per incrementare il turismo, insomma. Tanto che, come riferisce Repubblica, anche molti consiglieri della maggioranza di centrosinistra hanno sostenuto la norma. E così è passata con 27 voti a favore e 22 contro e tra i banchi della sinistra è scoppiato un vero e proprio putiferio.
“La notizia è che oggi il Consiglio regionale ha approvato una legge che tutta la Sardegna del turismo aspettava da 33 anni – ha commentato il governatore Francesco Pigliaru (Pd) – finalmente abbiamo un Testo Unico che accorpa tante norme ed è adeguato ai tempi. Un emendamento frettoloso e approvato in modo improprio non va certo a rovinare tutto quello che c’è di buono: fin d’ora lavoriamo perché sia cancellato e sostituito”. Così, a distanza di poche ore, il capogruppo dem in Consiglio comunale, Paolo Cocco, ha presentato una proposta per abrogare la normativa.
IL GIORNALE