Modificati gli embrioni umani: “È la prima volta senza errori”
Il primo embrione umano modificato geneticamente negli Stati Uniti è stato prodotto in Oregon. Finora questa pratica era stata documentata ufficialmente solo in Cina, ma la svolta americana annuncia un’accelerazione, che potrebbe portare nel prossimo futuro alla nascita di bambini su ordinazione.
Gli embrioni creati sarebbero diverse decine, sono stati sviluppati per pochi giorni, e non c’era mai stata l’intenzione di impiantarli nell’utero di una donna. Se confermato, però, il risultato rappresenta comunque una svolta, che apre la strada al concepimento di bambini su misura. Un dilemma tanto etico quanto pratico, che la nostra società ormai deve affrontare e discutere.
Nel 2007 Mitalipov aveva creato le prime scimmie clonate, e nel 2013 gli embrioni umani clonati, allo scopo di produrre cellule staminali specifiche per i pazienti. Anche questo esperimento ha un obiettivo terapeutico, che però verrà rivelato solo quando i risultati saranno pubblicati su una rivista scientifica. Il seme utilizzato era stato prelevato da uomini colpiti da una malattia genetica ereditaria, con la finalità di evitare la sua trasmissione ai figli. Questa tecnica, ad esempio, viene considerata promettente per sradicare la beta talassemia del sangue. Il problema però è che una volta perfezionata, potrebbe essere usata anche per generare «designer babies», cioè bambini su misura, magari solo perché i genitori vogliono che abbiano gli occhi azzurri o i capelli rossi.
La National Academy of Sciences degli Stati Uniti si è posta l’interrogativo etico, e in un rapporto del febbraio scorso ha dichiarato che potrebbe appoggiare l’uso di Crispr se fosse regolamentato in modo da garantire che venga adoperato solo a fini medici, per evitare la trasmissione delle malattie ereditarie. Il Congresso americano finora ha vietato l’impianto di embrioni modificati, e l’ex direttore nazionale dell’intelligence James Clapper è arrivato a definire questa tecnica come una potenziale «arma di distruzione di massa», perché è facile da usare e potrebbe essere impiegata per danneggiare un Paese.
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