Dal Cdm ok definitivo al reddito di inclusione: fino a 485 euro per famiglie di 5 o più persone

Il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo che introduce il reddito di inclusione (Rei). La misura si rivolge a una platea di 400mila famiglie, pari a circa 1,8 milioni di persone. Il Rei sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva. L’importo dell’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese.

L’importo dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale. Ad annunciare il “via libera definitivo” è, su Twitter, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: “Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo, Parlamento e Alleanza contro la #povertà”.

Reddito d’inclusione: cosa prevede e chi ne beneficiaIl reddito d’inclusione viene riconosciuto ai nuclei familiari che rispondano a determinati requisiti relativi alla situazione economica. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’Isee, in corso di validità, non superiore a 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro.

In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al Rei i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultracinquantacinquenni. Fermo restando il possesso dei requisiti economici, il Rei è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.

Come funziona – Il ReI è articolato in due componenti:
1. un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti;
2. una componente di servizi alla persona identificata, in esito a una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona e servirà a dar vita a un ‘progetto personalizzato’ volto al superamento della condizione di povertà.

Tale progetto indicherà gli obiettivi generali e i risultati specifici da raggiungere nel percorso diretto all’inserimento o reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale, nonché i sostegni, in termini di specifici interventi e servizi, di cui il nucleo necessita, oltre al beneficio economico connesso al ReI e, infine, gli impegni a svolgere specifiche attività, a cui il beneficio economico è condizionato, da parte dei componenti il nucleo familiare.

Al Reddito di inclusione, attraverso le risorse del Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e quelle derivanti dalla razionalizzazione degli strumenti esistenti di contrasto alla povertà, sono destinati un miliardo e 845 milioni di euro, incluse le risorse per rafforzare i servizi, a cui si aggiungono anche le risorse a carico del PON Inclusione (complessivamente un miliardo fino al 2022) per un totale di oltre 2 miliardi di euro l’anno dal 2019.

Nuova legge contro la povertà, ecco risorse e destinatari

Tempistica e richieste – Il ReI sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Al ReI si accederà attraverso una dichiarazione a fini Isee ‘precompilata’. E’ un’importante innovazione di sistema, che caratterizzerà l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate migliorando la fedeltà delle dichiarazioni da un lato e semplificando gli adempimenti per i cittadini dall’altro.

Il decreto disciplina anche le possibili espansioni del Rei, in termini di graduale incremento del beneficio e dei beneficiari. In presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali, l’estensione della misura potrà essere realizzata mediante l’adozione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, da adottarsi con decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

Rete della protezione e dell’inclusione sociale – Il decreto istituisce inoltre la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, presieduta dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo. E’ una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni programmatiche del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete si articola in tavoli regionali e territoriali e ha l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema superando le attuali sperequazioni territoriali.

Nello specifico del ReI e al fine di agevolarne l’attuazione, il decreto prevede l’istituzione del Comitato per la lotta alla povertà, quale organismo di confronto permanente tra i diversi livelli di governo e specifica articolazione tecnica della Rete e l’istituzione dell’Osservatorio sulle povertà quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto biennale sulla povertà, in cui sono formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà, di promuovere l’attuazione del ReI, evidenziando eventuali problematiche riscontrate, anche a livello territoriale, e di esprimere il proprio parere sul Rapporto annuale di monitoraggio sull’attuazione del ReI.

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