Merkel sposa la tesi di Schäuble: “Sì a un Fondo monetario Ue”
A quattro settimane dalle elezioni federali, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha aperto ieri a sorpresa non solo all’ipotesi di un ministro delle Finanze congiunto per i Paesi dell’Eurozona, ma anche alla proposta già ventilata dal suo ministro del Tesoro Wolfgang Schäuble di trasformare il meccanismo europeo di stabilità Esm in una sorta di Fondo monetario europeo. E come se tutto questo non bastasse, la leader della Cdu si è espressa anche a favore di un nuovo bilancio europeo di «piccola entità».
«Non si tratterebbe di un bilancio contenente centinaia e centinaia di milioni, bensì di una piccola somma», ha precisato la cancelliera nel corso della sua tradizionale conferenza stampa di fine estate a Berlino. Una somma che secondo la Merkel sarebbe però in grado di sostenere i governi della zona euro maggiormente colpiti dalla crisi.
Ovvero quelli che non dispongono delle risorse finanziarie per affrontare da soli gli investimenti necessari per rilanciare le loro economie in quanto sono già alle prese con le riforme e la limitazione delle spese per ridurre deficit pubblici e rispettare il Patto di stabilità.
La drammaturgia del discorso della cancelliera era un po’ quella di un sogno di una conferenza stampa di mezza estate e di un rituale che si ripete ormai da anni. Al termine delle vacanze il cancelliere in carica incontra a Berlino i giornalisti per discutere dei temi più caldi al centro dell’agenda politica. Una tradizione introdotta a suo tempo dal socialdemocratico Gerhard Schröder e perpetuata dalla cristiano-democratica Angela Merkel che ieri per l’occasione ha sfoggiato il meglio del suo monotono e sempre uguale guardaroba: un abito rosso scintillante con una collanina d’oro al collo. Tutto sembrava procedere come sempre all’interno dell’affollatissima sala stampa non lontana dal Palazzo della cancelleria.
Occhi puntati però sulle vicinissime elezioni e sulle polemiche esplose tra Angela Merkel e il rivale socialdemocratico Martin Schulz attorno alle modalità e regole del duello televisivo di domenica prossima, sul rapporto con la Turchia di Erdogan, sulla gestione dei flussi migratori in Europa. Tutti temi sui quali l’ormai collaudata cancelliera tedesca, saldamente alla guida del Paese da 12 anni di fila, non si è sbilanciata mantenendo la proverbiale retorica diplomatica poco vincolante.
Ma l’apertura sui temi che legano finanze ed Europa rappresenta pur sempre un passo significativo e un segnale di buona volontà della Germania nei confronti di Emmanuel Macron, come dei capi di governo di Roma, Madrid o Atene.
Delle proposte se ne riparlerà sicuramente anche oggi, in occasione del bilaterale fra la cancelliera tedesca e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il rapporto fra i due non è alle stelle, da quando Berlino – insieme al governo austriaco – ha messo in chiaro, e Merkel lo ha ribadito pure ieri, che intende protrarre i controlli alle rispettive frontiere oltre il limite massimo fissato da Bruxelles in novembre. Sospendendo di fatto l’accordo di Schengen, dallo scoppio dell’emergenza profughi nell’autunno del 2015 la Germania ha ripristinato alle sue frontiere esterne (soprattutto quelle con l’Austria e la Repubblica Ceca) i controlli di polizia per bloccare i profughi provenienti dall’Italia e dalla cosiddetta rotta balcanica.
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