Minniti: “Sui migranti ho temuto per la tenuta democratica Paese”

“Ad un certo momento ho temuto che, davanti all’ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci, ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri paesi europei”. Così parla il ministro dell’Interno Marco Minniti alla Festa dell’Unità di Pesaro.

“Quando il 29 giugno sono arrivati 12 mila 500  migranti in sole 36 ore su 25 navi diverse”, ha ricordato il capo del Viminale, “la situazione era davvero difficile e io quel giorno sono dovuto tornare subito dell’Irlanda. Non potevamo continuare a gestire in questo modo i flussi migratori e abbiamo agito in modo nuovo. Ora l’Europa ci ringrazia per questo. Il Mediterraneo centrale e tornato al centro dell’attenzione dell’Unione europea”.

Quanti soldi servono per fermare il flusso migratorio? è stato chiesto al ministro dell’Interno: “Almeno quanto è stato speso per la rotta dei Balcani: 3 più 3 miliardi”. Ma Minniti aggiunge anche: “Se un uomo fugge da guerre e carestie io ho il dovere di accoglierlo come Dio comanda”. Quanto ai rapporti con la Libia,  “il traffico di esseri umani è attualmente la principale attività economica in alcune realtà del paese, a cominciare da Sabrata. Per combatterlo occorre fornire sostegno ai sindaci dalle città libiche costruendo con loro percorsi alternativi che li aiutino a realizzare uno sviluppo futuro diverso e stabile”.

“Sono rimasto positivamente stupito – ha aggiunto – dal livello dei masterplan che ci hanno presentato a Tripoli nel luglio scorso i sindaci delle 14 citta della Libia che abbiamo incontrato insieme ai delegati dell’Anci. Per questo dico loro che se ci auteranno nella lotta al traffico dei esseri umani e nella gestione dei flussi migratori provenienti dall’Africa centrale noi li sosterremo nella creazione di un circuito economico nuovo nei loro territori”. Minniti ha affermato anche che l’Organizzazione mondiale per i migranti ha attuato in Libia, dal gennaio al giugno di questo anno il rimpatrio assistito di 5 mila rifugiati che sono tornati nei paesi di origine. “E’ ancora poco – ha sottolineato il ministro – ma questo significa che il sistema puo funzionare. Complessivamente, la stessa Oim ha salvato fino ad ora 10 mila persone”.

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Si parla anche della legge sullo Ius soli, che il ministro auspica di “approvare subito, una legge di civiltà”. Sottolineando che “il problema dell’immigrazione non c’entra nulla con questo progetto, ed è particolarmente ponderata. E’ elemento importante della politiche di integrazione e favorisce la creazione di un paese più sicuro non più debole. Sullo ius soli si gioca il futuro del nostro paese”, ha aggiunto Minniti: “Quelli che hanno colpito in Europa negli ultimi attentati non venivano da fuori ma erano persone non integrate nei loro sistemi. Se vogliamo più sicurezza”, ha rimarcato il ministro dell’Interno, “dobbiamo fare meglio e non far aspettare 18 anni per dare la cittadinanza a ragazzi che sono italiani”.

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“L’Italia è a rischio attentati?” è la domanda diretta al ministro. Che risponde: “Partiamo dal presupposto che io sono scaramantico, e quindi ‘mai dire mai’, però ricordiamoci che, a differenza di tutti gli altri Paesi, l’Italia viene da due vittorie: abbiamo sconfitto il terrorismo interno e il terrorismo mafioso, quando la mafia decise di mettere le bombe. I responsabili di quelle decisioni sono tutti al 41 bis. E poi – ha aggiunto – abbiamo la migliore polizia, e non lo dico io, sarebbe facile, lo dicono i nostri partner internazionali”.

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