Inps, parte il controllo sulle assenze degli statali. Obiettivo mezzo milione di visite

MILANO – Conto alla rovescia per il polo unico Inps delle visite fiscali. Dal primo settembre l’Istituto guidato da Tito Boeri comincerà a gestire anche, come già fa per il settore privato, le visite fiscali per il settore pubblico, oggi in capo alle Asl. E lo farà con strumenti e metodologie nuove, come ha spiegato questa mattina Boeri.

A differenza del passato ora l’istituto di previdenza effettuerà le visite fiscali anche d’ufficio, cioè non solo su richiesta dei dirigenti della pubblica amministrazione come avveniva fino ad ora. E nel farlo si potrà avvalere, così come le indagini per il settore privato, di un sistema informatizzato che consentirà di eseguire controlli mirati nei confronti delle assenze considerate più “sospette”. L’obiettivo è ambizioso: superare
il livello di controlli attualmente registrato nel settore privato, dove vengono eseguite visite per il 5% del totale dei certificati presentati. Se si considera il numero di certificati presentati dal pubblico impiego, circa 6 milioni, puntare a un controllo del 5% significa partire da almeno 300 mila controlli ma le cifre potrebbero salire fino a mezzo milione, come spiegato dal presidente Boeri nella sua relazione annuale a luglio. “Partiamo da zero e potenzialmente l’aumento può tendere all’infinito – ha detto il presidente Tito Boeri senza sbilanciarsi su un numero preciso – cioè parliamo di centinaia di migliaia, probabilmente oltre il livello delle visite ai privati”, nel cui settore sono state 598 mila nel 2016.

“Abbiamo forti asimmetrie all’interno del territorio nazionale addebitabili alla assenza di una amministrazione unica. Passando dalla situazione attuale a una situazione con unica amministrazione Inps che accentra informazioni – ha spiegato Boeri – ci aspettiamo di migliorare l’efficienza dei controlli e di garantire un servizio per cittadini più uniforme in tutto il territorio nazionale”. D’altra parte, i numeri evidenziati da Boeri mostrano uno squilibrio netto tra assenze dei lavoratori nel settore privato, dove il monitoraggio dell’Inps è più forte, e il settore pubblico.   “La distribuzione per il settore privato dei giorni di malattia è intorno ai 5 giorni, nel pubblico è intorno a 11 giorni”, ha sottolineato Boeri.

Una delle novità più rilevante è rappresentata dall’utilizzo di computer e banche dati per procedere in modo più mirato nelle visite fiscali. “Controlli più efficaci – ha rlilevato Boeri – saranno un deterrente contro il comportamento opportunistico”. “Impariamo guardando all’esperienza e ai fattori di rischio. Sappiamo che possono esserci abusi o comportamenti opportunistici (in prossimità dei giorni feriali)”,ha proseguit. Con un sistema di Data Mining vengono elaborate serie storiche di decine di milioni di eventi di malattia e sulla base di criteri, individuati su base statistica, e selezionati quotidianamente gli eventi più probabilmente passibili di riduzione della prognosi. Per questo motivo ha sottolineato Boeri la scelta di dove mandare i medici “non è casuale”. Particolare attenzione, grazie al monitoraggio informatico, anche alle assenze più “sospette”, quelle cioè a cavallo di ponti, weekend e festività. I controlli potranno anche avvenire due volte nell’arco della stessa giornata.

Il presidente Inps ha quindi auspicato un armonizzazone delle fasce di reperibilità tra pubblico e privato. Al momento le fasce di reperibilità nel settore privato sono 10-12 e 17-19 mentre quelle del pubblico sono 9-13 e 15-18. Questo cambiamento – ha detto “è auspicabile” per agevolare il lavoro dell’istituto.

A partire da gennaio 2018, infine, sarà disponibile l’osservatorio statistico sul polo unico che verrà aggiornato trimestralmente e riguarderà sia il comparto pubblico sia quello privato con le differenziazioni per il territorio nazionale, per genere e classi di età.

REP.IT

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