I nostri occhi puntati sull’Africa
di EUGENIO SCALFARI
L 28 agosto, lunedì, c’è stata una riunione internazionale a Parigi cui hanno partecipato i capi di Stato e di governo di quattro nazioni dell’Ue: Francia, Germania, Italia, Spagna e in più alcuni alti funzionari dell’Ue e anche (come osservatori) dell’Onu.
Il tema, visto all’ingrosso, era quello del rapporto tra l’Europa dell’Ue e l’Africa del nord e del centro occidentale, dal Ciad al Niger e a tutti i paesi minori a sud della costiera mediterranea. Ovviamente la più interessata era la Libia, oltre che, ma in chiave minore, il Marocco e l’Algeria. Insomma il complesso ex imperiale e coloniale francese cui va aggiunta la colonia libica che fu in mani italiane dal 1911 fino al 1943, che la rese libera dal colonialismo prima giolittiano e poi fascista.
L’incontro del 28 scorso è stato il primo sul tema Europa-Africa, ma ce ne sarà tra pochi giorni un secondo e poi finirà con l’insediare una sorta di organo permanente di intervento e di gestione d’un tema che sopporterà allo stesso tempo pace e tempesta ma che si proporrà una finalità nobile e positiva per un verso, combattuta e sanguinosa dall’altro.
Il finale sarà sicuramente positivo (o almeno è questo ciò che penso) ma richiederà una trentina d’anni a dir poco prima che i risultati si stabilizzino al punto massimo che avremo finalmente raggiunto.
Il risultato del primo incontro è stato la partenza, condensata in due brevi documenti: uno di due pagine redatto in lingua inglese che indica le finalità dell’incontro; l’altro di sette pagine redatte in lingua francese, che entra nel dettaglio dei problemi che vanno affrontati e risolti e per alcuni ne indica genericamente la soluzione.
Sono alquanto stupito del modo con cui buona parte della stampa italiana ha dato conto di quanto è accaduto: un titolo molto evidente in prima pagina e un paio di pagine all’interno, assai diverse da giornale a giornale. Il tutto alla data di martedì. Ma su quasi tutti i giornali di mercoledì, cioè di ieri, il tema era già scomparso. Si parlava della Corea del Nord e di ciò che accade in quel teatro e poi del tema delle pensioni, dei palazzi instabili che esistono in mezza Italia, della scarsità di acqua e ovviamente di calcio. Non una parola sul tema Europa- Africa che è a mio avviso il numero uno nel rapporto tra due continenti che si fronteggiano da millenni e oggi si declina con varie parole: immigrazione, accoglienza, respingimento, traffici umani, incontri e scontri in tutto il Mediterraneo, povertà, lavoro, investimenti, alleanze tra governi e tribù, problemi sanitari, amicizia e contrasti con l’Africa centromeridionale e orientale.
Pensate che all’origine del nostro pianeta l’Africa e l’Europa erano un’unica terra, il Mediterraneo non esisteva. Parliamo di un passato di miliardi di anni che potrebbe ricostruirsi, sia pure tra altrettanti millenni.
Ebbene, scordarsi dopo un giorno dei problemi avviati per la convivenza utile anche se molto difficile da realizzare, è una leggerezza che ritengo inaccettabile, anche perché nell’incontro dello scorso lunedì uno dei personaggi chiave è stato il nostro premier Gentiloni e uno dei personaggi elogiati è stato il nostro ministro Marco Minniti, che non era presente (c’erano soltanto capi di Stato e di governo) ma è stato ricordato da Macron come uno dei più validi a occuparsi del problema e della sua concreta attuazione fin dalle prossime settimane.
Ma noi, giornali e giornalisti, ci occupiamo d’altro. Buon pro non ci farà.
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Due parole su alcuni aspetti del tema Europa-Africa. Finora il Ciad e il Niger non erano stati presi in considerazione. Erano invece territori folti di bande del malaffare che ingaggiano africani in gravi ristrettezze di ogni genere e che sono pronti a pagare e a diventare schiavi degli affaristi, con la promessa che saranno portati fino all’imbarco su battelli di fortuna per essere transitati sulle coste europee, quelle italiane in particolare, con tutto quello di pessimo che ne seguirà, morte compresa.
Questo tema è stato preso in considerazione. Ciad e Niger combatteranno gli affaristi di merce umana e saranno loro a occuparsi delle persone schiavizzate e a rischio di morte.
Naturalmente Ciad e Niger e paesi limitrofi saranno inseriti nel piano europeo; aiuteranno e saranno aiutati. Sono problemi tutt’altro che semplici e andranno perciò seguiti con la massima attenzione. Facevano più o meno parte dell’impero coloniale francese ed è perciò ovvio che sia Macron quello che più degli altri si interessa di questi temi.
Merkel dal canto suo ha proposto l’abolizione del trattato di Dublino. Ottima proposta che va immediatamente realizzata, anche se non sarà facile perché riguarda tutti i 27 Paesi dell’Unione.
Infine: non si perda di vista che in tutto il “bailamme” africano ci sono anche molti islamici sensibili all’Isis: altro tema che non va mai perso d’occhio. Caro Gentiloni, caro Minniti e caro Renzi, l’Africa ci riguarda come tema principale. Non lo dimenticate e riservategli la massima attenzione.
REP.IT